Maltrattamenti verbali sul posto di lavoro

Di tutti i tipi di maltrattamenti quelli di carattere psicologico sono i più insidiosi. Di questa sfera fanno parte anche i maltrattamenti verbali sul posto di lavoro. La natura del maltrattamento lo rendono di difficile prova di fronte ad un giudice e per questo motivo possiamo tranquillamente parlare di un sommerso molto vasto.

Il mobbing, al di la della definizione puntuale, possiamo definirlo come una forma di terrorismo psicologico con annesso un atteggiamento ostile che si protrae per lungo tempo e che vede una sola vittima di fronte ad una o più soggetti. All’inizio fu osservato da uno psicologo tedesco, Heinz Leymann che lo associò al comportamento degli uccelli che accerchiano un loro simile con l’intento di cacciarlo.

Nel mondo del lavoro si mette in pratica la stessa strategia con l’intento di annientare la psiche e con essa l’autostima di un individuo, per costringerlo a lasciare volontariamente il suo posto di lavoro.

In Italia questo genere di molestie sul lavoro costituiscono una vera e propria persecuzione psicologica che potremmo definire meglio come una violenza morale fatta di continue pressioni messe in atto attraverso la calunnia, i maltrattamenti verbali e le offese personali.

maltrattamenti verbali sul posto di lavoro sono una pratica che porta a conseguenze gravissime. Il mobbizzato non ha la possibilità di difendersi e deve resistere in quella situazione per lunghissimo tempo. Generalmente cerca di cambiare posto di lavoro ma in Italia è diventato già difficile mantenerne uno figuriamoci cambiarlo alla bisogna.

I maltrattamenti verbali sul posto di lavoro più frequenti

A studiare le casistiche dei maltrattamenti verbali sul posto di lavoro, non si riesce a cogliere una particolare fattispecie. Avvengono in ogni settore e in ogni epoca. Il meccanismo dell’abuso psicologico ha però una connotazione che si può prevedere.

Il o la maltrattata verbalmente generalmente è deriso di fronte agli altri. L’insulto pesante invece viene scagliato in luoghi ove non ci siano altre orecchie al di fuori delle vostre. Questo particolare ti deve far riflettere. La calunnia è un reato che se provato ha delle conseguenze legali, il molestatore sa bene che deve far in modo di portarvi ad uno stato mentale difficile ed arriva ad usare l’insulto pesante proprio per accelerare il processo di svilimento e sfinimento.

Se proprio dobbiamo trovare degli aspetti positivi, potremmo dire che non sta raggiungendo il suo scopo e per questo motivo inizia ad osare di più. E’ il caso delle segretarie accusabili in posti al riparo da testimoni.

Cosa può fare una persona insultata e accusata continuamente, senza avere testimoni disposti a porre un argine a questa tempesta? il consiglio migliore è che occorre ragionare per step. Il fatto stesso che stai leggendo questo articolo significa che il processo della “riscossa” è iniziato.

La cosa migliore è rivolgersi a chi per mestiere difende gli interessi dei lavoratori, normalmente il sindacato. Se ciò non è possibile allora una bella lettera all’ufficio del personale. Ma soprattutto, se pensate di non avere delle chance con le due precedenti soluzioni andate da un avvocato del lavoro e sicuramente sarà in grado di fornire l’assistenza necessaria.

E’ una cosa saggia iniziare a documentare i vari episodi. So che è difficile ma meglio appuntarsi date, persino orari in cui gli episodi di maltrattamento hanno luogo. Sarà un avvocato a dirtelo ma una prova audio può aiutare. Il giudice del lavoro apprezza questo genere di testimonianze e baserà su di esse la sua decisione finale. In questo periodo di crisi della Privacy meglio non filmare nulla, anche se a scopo difensivo ci potrebbero essere delle eccezioni all’ammissione di una prova mancante del requisito del rispetto della Privacy.

 

La diffamazione è un reato

Sappiamo già che il reato di maltrattamento è ben normato dalla legge italiana all’articolo 592 c.p. ricoprendo tutti i casi specifici e applicando le norme previste in maniera puntuale e piuttosto organica. Ma la legge entra maggiormente nel dettaglio se parliamo di molestie e maltrattamenti sul luogo di lavoro, e lo fa prevedendo nel dettaglio tutte quelle casistiche che non è poi neanche difficile riscontrare sul luogo di lavoro quotidianamente.

Se il tuo capo ti umilia continuamente e lo fa davanti a testimoni si può configurare il reato di diffamazione previsto dall’art. 595 del codice penale. Clicca qui per leggere l’intero testo dell’articolo appena citato. La pena per un reato del genere, accertato, va da una multa di 1032 € ad un anno di carcere. Le pene possono essere diverse a seconda della fattispecie applicabile.

Per poter far scattare un accertamento e successivamente una denuncia, come detto ci vogliono delle prove e le registrazioni delle discussioni violente lo sono.  Fai attenzione ai tempi di ammissibilità della denuncia, dai un’occhiata anche all’art. 124 del codice penale. Se poi il tuo stato di stress derivante dal mobbing ti ha causato un esaurimento, chiedi ed ottieni dal medico curante un certificato che ti servirà in giudizio.

Quindi è vero che la situazione è drammatica ma farai meglio a porti degli obiettivi poiché se le cose non cambieranno, perché magari qualcuno ti verrà in soccorso in azienda, possono solo peggiorare e con esse il tuo stato mentale.

L’aggravamento dello stress emotivo è chiamato disturbo d’adattamento e consiste in un graduale scivolamento verso una situazione di incapacità a reagire a situazioni stressogene. La conseguenza del maltrattamento verbale sul posto di lavoro sono i possibili attacchi di panico, la tachicardia e la vista annebbiata.

In questa condizione ci capitano molte persone che non hanno una colpa precisa ma la sfortuna d trovarsi di fronte un capo sbagliato. Visto che uno degli effetti del mobbing psicologico è quello di farvi sentire una nullità o peggio di essere la causa dei guai della società cercate di comprendere che non è quello il punto. La realtà è che l’azienda sta procedendo ad un piano di ristrutturazione per mano del vostro diretto responsabile.

Bossing e demansionamento

Ci sono casi in cui non si può pensare ad una vera e propria strategia aziendale (il Bossing) ai vostri danni, ma ad una forte antipatia che si genera incontrollata perché magari avete, per meriti, occupato la sedia che qualcun’altro aveva contato di prendere. E’ il maltrattamento psicologico sul posto di lavoro, messo in atto dai colleghi. Se vogliamo è di natura ancora più stressante poiché deriva da semplice odio e ha come obiettivo il vostro allontanamento per incapacità o, in sostituzione, il demansionamento.

Questa situazione purtroppo non fa cessare il maltrattamento che anzi si rafforza per i mutati rapporti di forza e gerarchia. In conclusione il mobbing colpisce molti ed è diffuso in tutto il mondo, la legge in Italia per difenderci esiste ma dovrai cercare di mantenere i nervi saldi e pensare a produrre le prove.

Post Author: sosmaltrattamenti

1 thought on “Maltrattamenti verbali sul posto di lavoro

    […] si difende passando inconsciamente al contrattacco. Il mobbizzato ora vive l’esperienza dei maltrattamento sul lavoro anche tra le mura domestiche. In pratica inizia a subire il doppio […]

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