bambini maltrattati

Dato shock: 6 milioni di casi di maltrattamenti sui bambini in Italia

Secondo uno studio del Cesvi in Italia ci sono 6 milioni di bambini maltrattati in Italia. Secondo la ricerca della Onlus, il caso riguarda circa il 10% della popolazione in tutta l’Italia.

Non solo, questo dato sicuramente non è del tutto realistico, ma sarebbero ancora di più i bambini maltrattati, ma non si riesce a ottenere un numero certi, dato che ci sono tantissimi casi sommersi.

Questo dato fa davvero paura, il certificato del primo dossier su base nazionale e firmato dal Cesvi sul maltrattamento dell’infanzia in Italia ci fa rendere conto di quanti casi disfunzionali familiari sussistano nel nostro paese. Il quadro effettuato dal Cesvi dovrebbe far pensare di come sia difficile contrastare questo fenomeno che nonostante tutto, rimane persino sommerso, in quanto le denunce effettuate sono molto meno rispetto a quelle celate.

All’interno del Dossier è possibile riscontrare quali e quante siano le differenze che sussistono tra il Sud e il Nord del paese in tema di maltrattamento sui minori. In ultima posizione troviamo la Campania, la regione è presente in ultima posizione sia per il contesto sia per i servizi.

Dopo la Campania in ordine troviamo: Calabria, Sicilia, Puglia, Basilicata e Molise. Queste sono le regioni che presentano le condizioni più sfavorevoli per i bambini, e le zone in cui questi sono sempre più soggetti a maltrattamenti in famiglia.

Anche il centro italia non presenta condizioni favorevoli, infatti troviamo anche l’Abruzzo e il Lazio, tra le regioni dove i bambini subiscono principalmente i maltrattamenti e sopratutto con una bassa reattività nel riuscire a sospendere queste azioni.

Il dossier naturalmente indica tutte le regioni italiane, la Sardegna nonostante sia una regione ad alta criticità presenta al contempo un alto livello di servizi a sostegno dei bambini.

Le zone dove si registra uno stato di benessere maggiore per i bambini sono: Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino alto Adige. 

Il dossier del Cesvi: le fasce di età e gli indicatori di rischio

 

Dal rapporto del Cesvi si evince come il maltrattamento sui bambini sia perpetrato in quasi tutte le fasce d’età a partire da quelle neonatali sino a quelle adolescenziali. La conseguenza ultima di questi maltrattamenti a volte possono essere estreme e drammatiche. Questa situazione di disagio infatti, coinvolge molto spesso le figure genitoriali, il contesto ambientale, familiare e sociale nel quale i bambini crescono. 

L’indagine ha preso e confrontato i dati dei bambini con quelli degli adulti maltrattati nell’infanzia. In base a questi due livelli di analisi, il risultato è l’aggregazione di ben 65 indicatori che servono a identificare i fattori di rischio, che poi vengono messi in relazione con i servizi offerti sul territorio.

Il dossier presenta tantissime analisi interessanti e offre anche una chiave di lettura delle principali dinamiche sociali che interagiscono per la salute del bambino, sulla loro vulnerabilità e sulle dinamiche del maltrattamento infantile.

I principali fattori di rischio che creano dei presupposti che causano il maltrattamento infantile in famiglia sono: l’elevato livello di povertà, il consumo di alcool da parte di uno o entrambi i genitori, l’uso di droghe da parte di tutori e genitori, un basso livello di istruzione dei genitori, lo svantaggio socioeconomico e la disoccupazione.

Questi indicatori di contesto sono i principali fattori che portano i ragazzi e i bambini ad essere soggetti a diversi maltrattamenti. Oltre al contesto, naturalmente si identificano anche le difficoltà a di sostegno dei servizi territoriali. Nella maggior parte delle zone dove i bambini sono maggiormente a rischio, i servizi territoriali non riescono a mettere a disposizione degli strumenti in grado di prevenire e prendersi cura dei bambini maltrattati. 

Il maltrattamento che avviene ai danni dei bambini è un fenomeno altamente sottostimato, questa è la dichiarazione dell’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità che ha denunciato come le violenze e i maltrattamenti non vengano alla luce, secondo le analisi questi sono ben 9 su 10.

Anche la stima dei maltrattamenti in Italia è esemplificativa, ancora oggi non esistono dei dati specifici e quantitativi che permettano di fare una fotografia precisa del numero dei bambini che subiscono azioni di trascuratezza e maltrattamenti in ambito familiare. Il motivo dipende proprio dal fatto che la maggior parte di questi avvengono all’interno del nucleo familiare, quindi una delle prime cose è proprio l’omertà.

I casi odierni e passati: le conseguenze sui bambini maltrattati

maltrattamenti bambini

In ogni caso, per avere un’idea proiettando i dati delle segnalazioni secondo i dati ogni 1000 bambini, 10 sono maltrattati o lo sono stati. Infatti, l’indagine non riporta solo quelli che vengono maltrattati al momento ma anche gli adulti che hanno subito queste situazioni quando erano bambini. 

Il maltrattamento dei bambini è una delle principali emergenze sociali, è il fenomeno di maltrattamento peggiore, non solo mina la salute del bambino, ma in molti casi rischia di portare il bambino a diventare un adulto aggressivo e che vive ai margini della società.

Gli ex bambini maltrattati sono gli adulti che vivono e sopportano un forte fardello di dolore che inevitabilmente influenza così il loro modo d’essere, e di conseguenza potrebbero scaricare sui loro figli il disagio che sovviene.

Le bambine e i bambini purtroppo sono maltrattati principalmente nella loro abitazione, nell’ambiente in cui invece dovrebbe essere garantita loro protezione e sicurezza. Circa il 60/70% dei bambini tra i 2 e i 14 anni ha vissuto episodi di violenza all’interno della propria famiglia.

Non solo, il maltrattamento si accompagna spesso alla trascuratezza, nel mondo il 16,3% dei bambini è vittima di negligenza fisica, mentre il 18% di trascuratezza emotiva.

Gli effetti della trascuratezza sono negativi quanto quelli dei maltrattamenti fisici. In questo caso, i bambini potrebbero non riuscire a raggiungere le principali tappe della loro evoluzione, subiscono problemi con disturbi dell’apprendimento, hanno atteggiamenti eccessivamente affettivi nei confronti degli estranei diventando così soggetti agli abusi, oppure hanno un estrema sfiducia verso il prossimo.

Il dossier dunque offre uno scenario che dovrebbe far pensare e non solo, le Regioni e lo Stato dovrebbero agire al fine di limitare il più possibile questi problemi. 

Post Author: Silvia Faenza

Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dopo la laurea, inizia il suo percorso nella scrittura e dell'editoria, in particolare legata al web. Dal 2015 affianca alla gestione dei contenuti come libera professionista, anche le attività sociali, con un occhio di riguardo alle donne.

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