Reggio Emilia – Il caso angeli & demoni

In questi giorni, in Emilia Romagna è emerso uno dei casi di maltrattamento più assurdi di sempre, dove alcuni minori, sottratti alle famiglie sono poi stati sottoposti a grave violenza psicologica e tutto per dare il via ad un iter di affido presso altre famiglie.
Si tratta del soprannominato Angeli e Demoni, dove a finire sotto inchiesta è stato il sistema dei servizi sociali dei comuni del territorio. Un caso che è scoppiato all’improvviso, lasciando emergere l’orrore per quanto accaduto e portando all’arresto di sei persone tra le quali spiccano il sindaco di Bibbiano e la dirigente del servizio, rei non solo di essere a conoscenza del sistema ma di farne parte in modo attivo.
Le accuse a carico sono quelle di maltrattamento sui minori, violenza privata, estorsione, frode processuale, depistaggio, etc…

Il terribile caso Angeli e Demoni

Partiamo dal principio. La notizia che ha sconvolto un po’ tutti, lasciando un senso di smarrimento e di disagio riguarda quanto emerso dall’indagine della Procura di Reggio Emilia, ormai conosciuta con il nome di Angeli e Demoni. Dietro l’affido dei minori affidati ai servizi sociali della Val D’Enza, c’era infatti un vero e proprio business che ha portato ad una serie di maltrattamenti senza precedenti invece che alla salvaguardia del benessere dei bambini.
Dall’indagine, ancora in corso, è infatti emerso che alcuni bambini venivano allontanati dalle famiglie senza un reale motivo e per mezzo di false relazioni volte a portare ad un successivo affido retribuito degli stessi presso amici e conoscenti delle persone coinvolte, il tutto con spese mediche a carico dello Stato.
Tra le persone indagate, oltre al sindaco di Bibbiano e alla responsabile dei servizi ci sono medici, assistenti sociali, psicoterapeuti e avvocati, tutti d’accordo nel portare avanti una farsa a danno dei bambini e delle loro famiglie e messa in atto al solo scopo di ottenere del denaro.

L’orribile meccanismo del caso Angeli e Demoni

Da quanto è emerso, si tratta di un meccanismo ben rodato e che andava avanti da anni. Una situazione che prima di tutto strappava i bambini alle loro famiglie mediante false relazioni e che sottoponeva i minori ad un percorso psicoterapeutico sovvenzionati dai fondi pubblici ma manovrato dalle persone coinvolte in modo da confondere i piccoli per fargli testimoniare il falso davanti ai giudici.
Una volta prelevati, i bambini venivano infatti sottoposti ad una specie di lavaggio del cervello mediante sedute di psicoterapia durante le quali venivano usati impulsi elettrici ai quali si univano anche delle rappresentazioni volte a far apparire i loro genitori come cattivi. Un sistema ben organizzato chiamato “macchinetta dei ricordi” che confondeva i piccoli, falsificandone i ricordi e portandoli a convincersi
della malvagità dei propri genitori. Il tutto, ovviamente, veniva organizzato soprattutto in concomitanza degli incontri con il giudice in modo da far si che le parole dei minori andassero a confermare le false relazioni redatte dalle assistenti sociali. Tra le accuse contro i genitori, oltre a maltrattamenti e violenze fisiche figuravano anche quelle di violenza sessuale, dimostrate da finti disegnini che i bambini avrebbero
realizzato ma che invece erano realizzati ad hoc per confermare le accuse infondate.
A tutto questo orrore si unisce il fatto che nel periodo in cui i piccoli vivevano lontani dai genitori, le lettere e i regali che questi gli inviavano puntualmente venivano confiscati dagli educatori e dagli assistenti sociali in modo da far pensare ai bambini di essere stati abbandonati e dimenticati.

Gli affidi con persone non idonee

In questa storia che sembra un po’ il vaso di Pandora, è emerso anche che i bambini che finivano in affido venivano spesso dati a famiglie non adatte dove i genitori avevano figli morti suicidi o presentavano essi stessi gravi problemi psichici. In alcuni casi sono addirittura emersi due casi di violenza sessuale (questa volta reali) avvenuti proprio presso le famiglie affidatarie o in comunità.
Particolari che rendono questa storia ancor più terribile, specie se si pensa agli anni trascorsi e all’indicibile sofferenza addotta sui bambini vittime di violenza che hanno vissuto dei traumi così complessi da metabolizzare e comprendere da vivere in un vero e proprio incubo.
A tal proposito il Segretario Nazionale di Codici ha dichiarato che il gruppo si costituirà parte civile in caso di processo per via dell’eccessivo potere che i servizi sociali hanno acquisito negli anni e che ha portato a storie come questa. Storie che si pensa di poter vedere solo in un film horror e che invece, nel modo più assurdo possibile sono approdate alla realtà, traducendo un mero giro di soldi e di potere nell’infelicità di tanti bambini e delle loro famiglie.

Post Author: Michele de Chiara

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