Si stima che in Italia i bambini maltrattati siano l’1% della popolazione minorenne, questo dato si moltiplica se includiamo anche gli stranieri. Purtroppo si tratta di un numero da intendersi per difetto poiché è opinione degli esperti che siamo di fronte ad un fenomeno per lo più sommerso e difficile da quantificare. I bambini maltrattati sono molti e le cronache parlano di abusi di ogni genere. Si va da quelli perpetrati all’interno delle istituzioni pubbliche come gli asili, ai maltrattamenti che avvengono tra le mura domestiche cagionati dai genitori o parenti in generale.
I bambini sembrano oggetto di attenzioni malsane in ogni luogo che frequentano, persino nei luoghi di culto. Lo sconcerto generato dalle notizie che apprendiamo dai giornali ha spesso come conseguenza l’oblio per qualche settimana. Ciò è dovuto al carattere sensazionalistico e poco riflessivo che i mass media in genere tendono a dare.
Come difendere i bambini dai maltrattamenti? La domanda in realtà potrebbe essere posta in maniera differente: quali sono i sintomi dei maltrattamenti sui minori? Questa distinzione ha una sua logica e riguarda le possibilità effettive che abbiamo per impedire gli ulteriori maltrattamenti. Vorremmo parlare di prevenzione, di analisi comportamentali accurate in grado di fermare alla nascita il tentativo di abuso. Sarebbe come ipotizzare un futuro alla Minority Report. La possibilità di capire prima degli eventi per stoppare alla nascita gli abusi.
La prevenzione in realtà è possibile farla parlando del fenomeno nelle scuole, informando le stesse famiglie. Sappiamo che non basta ed allora ci si concentra sul post abuso, quello che cerca di scoperchiare una situazione di perdurante disagio ai danni del minore.
Leggere i segni dell’abuso
I bambini maltrattati purtroppo non ce l’hanno scritto in testa. Scovare le loro ferite, sia fisiche che psicologiche, non è semplice e non esiste un decalogo che si applica genericamente come quelli che si usano per verificare la concomitanza di più sintomi in uno stato clinico.
Le ferite fisiche, in teoria, sono quelle che fanno accendere la lampadina. Segni come morsi, abrasioni, lividi, ustioni hanno un carattere esplicito e pertanto permettono di fare un passaggio successivo. Ulteriori elementi potrebbe riguardare la sfera dei comportamenti come il sonno disturbato, disturbi legati all’alimentazione. C’è lo stato di lamentela per dolori fisici che appaiono inesistenti.
Un quadro psicologico complesso potrebbe fornire altri elementi. Sintomi depressivi, esplosioni emotive improvvise, un generale stato di preoccupazione che appare immotivato, una certa tendenza all’isolamento, mancanza di equilibrio nei comportamenti sociali. Questi segnali sono striscianti e da captare con l’osservazione, altri invece sono eclatanti. Riguardano punizioni auto inferte, tentativi di suicidio e atteggiamenti sessuali inappropriati in relazione all’età.
Tra i segnali atipici ce ne sono alcuni molto particolari. Se un bambino inizia a balbettare può aver subito un abuso di tipo emotivo. Il bimbo ha timore a rispondere o a parlare in presenza di un adulto specialmente, la sua tensione emotiva lo porta a temere di dare delle risposte sbagliate.
Un altro segnale anomalo è la paura che mostra il bambino nei confronti di persone che presentano particolari segni distintivi. Donne con capelli lunghi, o uomini con la barba e via dicendo. Non si tratta di un caso isolato ma di un genere di persone in cui ricorre l’elemento distintivo.
La sindrome del bambino scosso
Da poco tempo si parla della Sindrome del bambino scosso che si ha quando, nel tentativo di far smettere di piangere il neonato, lo si sottopone a forti scuotimenti. I bruschi movimenti hanno delle conseguenze sul cervello prematuro del bambino che non disponendo di una muscolatura sufficiente nel collo, non riesce ad opporsi per diminuire lo scuotimento.
La SBS ha dei sintomi che vanno da disturbi del sonno e mancanza di appetito, al vomito e nei casi più gravi possono arrivare a lesioni alla spina dorsale e a distaccamenti della retina, nella forma più grave possono causare anche lo stato di coma.
Bambini maltrattati dal genitore come conseguenza a condizioni di stress prolungato ed aggravato dalla privazione del sonno. E’ l’esasperazione che porta a questi episodi esplosivi di violenza incontrollata. All’interno della coppia si devono trovare le giuste risposte organizzative per evitare di arrivare a non essere più in grado di gestire le proprie manifestazioni.
I bambini maltrattati si sentono in colpa
Ci si chiede come mai capiti spesso che i bambini maltrattati non siano in grado di comunicare la loro condizione di pericolo. Nei casi in cui il maltrattatore è tra le mura domestiche, e può essere un genitore, un parente oppure un amico di famiglia molto presente, può generare una situazione di controllo attivo e minaccioso tale da indurre una condizione di sudditanza psicologica praticamente assoluta.
Può scattare un altro comportamento nel bimbo che potrebbe incolpare se stesso nell’impossibilità di concepire un comportamento sbagliato del genitore soprattutto.
Cosa dobbiamo notare da genitori? soprattutto i cambi di comportamento, la mancanza di interesse nei confronti degli amici e del gioco, disinteresse per le attività scolastiche sia dentro che fuori la scuola. Ma ci sono anche le assenze da scuola, le fughe da casa, comportamenti che non hanno precedenti.
I sintomi non ci dicono, se non in rari casi, qual è il tipo di maltrattamento subito dal bambino. Trattandosi poi di una lunga lista di comportamenti aggressivi o anche omissivi, risulta arduo per un educatore o un genitore prendere coscienza della grave condizione del figlio o dell’alunno.
Riconoscere una situazione di abuso infantile o minorile in generale, si può, lo dimostrano i frequenti casi di cronaca in cui le maestre di asilo si sono macchiate di gravi episodi di intolleranza violenta riprese dalle telecamere nascoste piazzate dalle forze dell’ordine. Sono stati i genitori a notare i comportamenti anomali di cui sopra. In alcuni casi i bambini hanno prodotto disegni allarmanti per la loro tenera età. In altri hanno evidenziato comportamenti regressivi, hanno smesso di parlare.
Si è dovuti arrivare alla prova filmata per accertare il reato e questa è la nota triste dei maltrattamenti a danno dei bambini, forse è arrivato il momento di porre in essere le condizioni di vigilanza preventiva, superando le resistenze che di fronte ad episodi così gravi non dovrebbe prevaricare il diritto alla sicurezza del bambino.