Quando si parla di maltrattamenti si spera sempre che sia per l’ultima volta e che la paura di essere scoperti, laddove manca quell’empatia di fondo che dovrebbe far parte del bagaglio umano, spinga le persone a comportarsi in modo diverso. Purtroppo, invece, sembra accadere l’esatto opposto, tanto che i casi che ogni giorno vengono fuori sono così tanti da rendere quasi impossibile star dietro a tutti.
Non ultimo ma molto recente è quello di una professoressa delle scuole medie che a Udine ha abusato più volte del suo ruolo di insegnante, maltrattando i suoi alunni al punto da far vivere loro una condizione di estremo disagio.
È quanto è emerso negli ultimi giorni dal tribunale di Udine che, dietro richiesta della procura, ha notificato l’accusa alla professoressa che ora sarà sospesa dal suo ruolo di insegnante per 10 mesi.
Il caso della professoressa di Udine, denunciata per maltrattamento sui suoi alunni
L’insegnante in questione ha 52 anni e lavorava presso una scuola media di Udine dove a causa dei suoi modi estremi e immotivati aveva finito con il creare un’ambiente carico di stress.
Il problema è stato segnalato da alcuni genitori i primi mesi del 2016. Molti si erano infatti accorti che i propri figli mostravano segni di estremo disagio e di ansia riguardo il rapporto con la scuola.
Da lì a nutrire dei sospetti il passo è stato breve, portando così alle prime segnalazioni e ai dovuti accertamenti da parte delle autorità competenti.
Quanto è emerso è che l’insegnante aveva atteggiamenti privi di senso come quello di far uscire alcuni alunni dall’aula per impedirgli di seguire le lezioni e tutto solo in base alla personale simpatia o antipatia che aveva sul momento nei loro confronti.
Oltre a questo era solita urlare contro la classe, aggredendo verbalmente chi a suo avviso non si comportava in modo corretto e arrivando persino ad umiliare gli alunni.
Dalle indagini svolte dagli inquirenti e grazie anche all’installazione di alcune videocamere è infine emerso che l’insegnante si è resa colpevole anche di aggressione fisica, prendendo a schiaffi o strattonando con violenza gli studenti.
Atteggiamenti che hanno instaurato il clima di terrore poi riferito dai ragazzi che a causa di questi comportamenti insensati hanno iniziato a risentirne dal punto di vista dell’apprendimento e della serenità personale, riportando non pochi danni psicologici.
Anche una psicologa che ha sentito ognuno di loro ha confermato la paura e il disagio psicologico degli stessi e la gravità del comportamento messo in atto dalla professoressa.
Cosa fare in casi analoghi
È inutile dire che una situazione simile sia estremamente difficile da affrontare sia per gli studenti che per i genitori che spesso si trovano ad assistere ad atteggiamenti diversi dal solito senza sapersi dare una valida spiegazione.
L’età dei ragazzi che frequentano le medie (come qualsiasi momento del percorso di crescita) è molto delicata. Da un lato rappresenta una prima fase di indipendenza che potrebbe portare i ragazzi a non voler raccontare tutto ciò che gli accade, ivi compresi eventuali maltrattamenti.
Ciò, ovviamente, rende più difficile il poter aiutare eventuali vittime di maltrattamento, portando i genitori ad interrogarsi in silenzio o a cercare le giuste domande da porre per comprendere quanto sta realmente accadendo.
Di certo, ci sono alcuni segnali che possono fungere da campanello d’allarme come quelli qui sotto elencati:
- Evidente ansia al pensiero di doversi recare a scuola
- Cambio improvviso del modo di comportarsi
- Momenti di rabbia o di apatia e tristezza
- Tendenza ad isolarsi o a non voler parlare di quanto avviene a scuola
- Senso di vergogna (cosa che avviene più spesso se a subire i maltrattamenti è uno solo o una minoranza)
- Calo improvviso del rendimento scolastico
- Richieste sempre più frequenti di assentarsi da scuola
- Paura di non aver svolto bene i compiti
- Eccessivo timore di sbagliare o di ricevere opinioni negative dall’insegnante
- Eccessi di ira o crisi di pianto improvviso
Si tratta ovviamente di alcuni dei tanti segnali cui si dovrebbe far caso e che tendono a variare da persona a persona e in base al grado di maturità dei soggetti interessati e del grado di coinvolgimento che hanno con la situazione.
Cercare di parlarne è certamente un buon primo passo da non sottovalutare mai, unito a quello di offrire il proprio aiuto o di chiedere in modo diretto se ci sono problemi all’interno della scuola o con qualcuno degli insegnanti.
Ovviamente, quando i dubbi prendono forma, la cosa migliore è segnalare quanto sta accadendo alle autorità competenti, in modo da far partire le indagini al fine di porre fine alla situazione di maltrattamento.