ambulanza

Tragedia a Napoli, bambino morto per percosse

In questi giorni l’Italia intera sta piangendo per la morte di un bambino vittima di violenza domestica. Un bambino senza colpe come tutti gli altri ma che, come spesso accade, ha avuto “solo” la sfortuna di avere accanto la persona sbagliata, rea di averlo picchiato senza un apparente motivo, portandolo rapidamente alla morte.
Un caso di cronaca che si è svolto a Cardito, nel napoletano e che è iniziato con il ritrovamento del bambino ormai morto, immediatamente seguito dal ricovero della sorellina, anche lei vittima di percosse e immediatamente soccorsa e portata in ospedale.

Napoli, il resoconto della tragedia che ha sconvolto l’Italia

Tutto è avvenuto a Cardito, in quella che a detta dei vicini era una normale famiglia composta da madre, padre e tre figli. Una famiglia che evidentemente qualche problema lo aveva, forse ben nascosto ma, probabilmente, riconoscibile da occhi più attenti.
Ricoverata d’urgenza con un codice rosso la bambina sembra non aver riportato ferite interne. Il suo faccino, però, era così tumefatto da aver lasciato senza parole i medici.
Una tragedia che avrebbe potuto essere ancor più spietata, se la sorellina del piccolo ormai deceduto avesse fatto la stessa fine ma, che nonostante il respiro di sollievo per la bambina, resta una tragedia assurda e incomprensibile.
Perché i fatti che hanno portato a quanto accaduto sono stati cambiati più volte.

In un primo momento il padre, italiano e figlio di tunisini residenti in Italia da tempo, aveva infatti dichiarato che i bambini erano caduti dalle scale. Un incidente che non spiegava i traumi riportati e che per questo ha messo ancor più sull’attenti la polizia che ha subito posto lo stato di fermo sul padre e tutto per svolgere ulteriori indagini. La madre ha dichiarato subito di non essere presente nel momento dell’incidente e di non sapere cosa fosse accaduto. In casa il terzo figlio, sembrava non aver subito alcun danno.

Solo in seguito e dopo aver sentito la bambina finalmente vigile è emerso che il patrigno avrebbe colpito entrambi con la scopa. Se in un primo momento si era pensato al movente della gelosia nei loro confronti (i due, a differenza del terzo figlio, erano figli che la donna aveva avuto da una relazione precedente), poco dopo e messo sotto pressione, il padre ha ammesso di averli picchiati poiché arrabbiato con loro per aver rotto la sponda del letto comprato da poco e con tanti sacrifici. Parole che appaiono senza senso davanti alla tragica fine di un bambino di sette anni ma che sono state anche l’unica giustificazione del padre che si è detto dispiaciuto.

Aggiornamenti sulle indagini ancora in corso

Ad oggi le indagini non sono ancora state concluse. La madre è stata da poco interrogata nuovamente e ha infine ammesso le violenze che il convivente ha commesso sui bambini. Violenze che, a suo dire, non avrebbe denunciato per paura di ritorsioni.
Ora si sta procedendo per ricostruire meglio i fatti e riuscire a stilare una cronologia che abbia un senso, per quanto possa esserci un senso davanti ad una morte così evitabile.
La madre potrebbe essere inserita nel registro degli indagati e nel pomeriggio di oggi ci sarà l’udienza per convalidare il fermo del padre attualmente accusato di omicidio volontario e aggravato per il bambino e di tentato omicidio aggravato per la bambina. Si attende anche l’autopsia del bambino, la cui data è ancora da stabilire, e che potrebbe dare agli inquirenti nuove risposte, in particolare sulle dinamiche di quanto accaduto e sul reale movente.

La gente del posto è ancora senza parole, sconvolta per quanto accaduto e arrabbiata per una morte così orribile che avrebbe dovuto essere evitata. Anche il sindaco che la notte dell’incidente si è subito recato a casa della vittima ha dichiarato con occhi lucidi che farà di tutto perché i due bambini rimasti non si sentano abbandonati e affinché simili cose non accadono più.
Perché di morti che si potevano evitare, purtroppo, ne accadono fin troppo di frequente e spesso la causa è proprio la violenza domestica, da parte di chi è più vicino e caro alle vittime. Una tragedia nella tragedia, che rende il tutto ancor più pesante e difficile da comprendere.

Post Author: Danila Franzone

Copywriter e amante della scrittura in generale, lavora da anni nel settore, trattando argomenti di vario genere che spaziano dal benessere al mondo dei viaggi fino ad arrivare al sociale, un campo che le sta molto a cuore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *