Agghiacciante retroscena dietro la morte di Gabriel. Quando il maltrattamento si trasforma in omicidio

La storia del piccolo Gabriel, il bambino morto perché strangolato dalla madre, sembra non aver fine. Dopo ulteriori indagini ed interrogativi sono infatti emersi dei particolari agghiaccianti. Sembra infatti che il bambino sia stato ucciso perché presente in un momento in cui i genitori, che vivono separati, volevano condividere un momento di intimità insieme.

Ma procediamo con ordine. Come già raccontato, inizialmente la vicenda era stata denunciata come un incidente. Donatella, la madre di Gabriel era infatti tornata a casa con il piccolo tra le braccia dichiarato che entrambi erano stati investiti da un auto.
Un’affermazione che è subito apparsa strana a chi ha svolto le indagini visto che la donna era palesemente illesa e che il bambino mostrava chiari segni di strangolamento. Da lì un interrogatorio durato ore, dopo le quali la madre del piccolo Gabriel ha finalmente ammesso di averlo strangolato poiché il bambino piangeva.
Un gesto che sulle prime era sembrato dettato da uno stato di shock e dalle condizioni di fragilità emotiva della donna che negli ultimi tempi si era recata più volte al pronto soccorso per problemi di ansia e che proprio dopo l’ultimo controllo aveva ricevuto in prescrizione dei farmaci.
La realtà, invece, si è mostrata ben più crudele delle aspettative, rivelando un movente assurdo ed un complice presente al momento dell’uccisione del bambino e probabilmente ugualmente responsabile per la sua morte.

La verità sulla tragica morte di Gabriel. Quando il maltrattamento si trasforma in omicidio.

Quel terribile pomeriggio Gabriel non era da solo con la mamma poiché con loro c’era anche il padre Nicola. I genitori del piccolo si erano infatti dati appuntamento per poi consumare un rapporto in auto e in presenza del bambino.
Quando il piccolo si è messo a piangere interrompendoli il padre ha iniziato ad infuriarsi urlando e minacciando entrambi. A quel punto la donna è scesa dall’auto dirigendosi verso il prato con il piccolo ed iniziando a schiaffeggiarlo mentre Nicola li seguiva proseguendo con le minacce.
In quei momenti concitati Donatella ha così strangolato il figlio Gabriel mente l’uomo, che per tutto il tempo era rimasto a guardare senza intervenire, si è poi allontanato in auto, tornando a casa e chiedendo all’attuale compagna, con la quale ha un altro figlio, di dire che quel pomeriggio erano stati insieme.
Così, la madre di Gabriel ha fatto ritorno a casa, dapprima inventando la storia dell’auto pirata e subito dopo ammettendo la sua colpa senza però accennare alla presenza dell’uomo. La verità è emersa solo successivamente e grazie ad alcuni vicini che hanno testimoniato di aver visto arrivare l’uomo in auto poco prima della tragedia.
Testimonianze alle quali si è unita quella della compagna di Nicola che se in un primo momento ha cercato di avvallare l’alibi dell’uomo, sotto interrogatorio ha infine ammesso la verità.

Si tratta di una storia assurda che ad ogni nuova testimonianza sembra cambiare forma portando alla luce risvolti inaspettati. Quel che è certo è che la morte del piccolo Gabriel non è stata un incidente né l’epilogo di un gesto incontrollato.
Mentre il piccolo moriva entrambi i genitori erano infatti presenti e l’unica cosa da capire è se hanno agito insieme o se mentre la donna strangolava il bambino, il padre si limitava a guardare. Nei resoconti della donna ci sono infatti ancora dei punti oscuri come quello secondo cui il padre non avrebbe mosso un dito sul più piccolo pur avendolo schiaffeggiato poco prima.
Di sicuro entrambe le ipotesi sono ugualmente agghiaccianti specie se si pensa all’assurdo movente secondo cui i due avrebbero agito perché disturbati mentre cercavano di consumare un rapporto in presenza del piccolo. Una storia di maltrattamento conclusasi con la morte e che apre nuove ipotesi anche sulla vita avuta dal bambino e su quanto si sarebbe potuto fare per aiutarlo.
Durante il funerale, infatti, non sono mancate le voci di chi, conoscendo la famiglia, ha dichiarato che era noto a tutti come fossero infelici e che le istituzioni avrebbero dovuto intervenire molto tempo prima.

Certo, si tratta ancora una volta di voci da verificare e accertare ma che, se possibile, rendono ancor più tetra questa storia che ha sconvolto tutti e che ha lasciato un senso di impotenza e di amaro in bocca, specie quando si pensa al futuro che avrebbe potuto avere Gabriel. Un futuro che, invece, gli è stato rubato senza alcun motivo.

Post Author: Danila Franzone

Copywriter e amante della scrittura in generale, lavora da anni nel settore, trattando argomenti di vario genere che spaziano dal benessere al mondo dei viaggi fino ad arrivare al sociale, un campo che le sta molto a cuore.

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