Proseguono i casi di violenza domestica, situazioni molto simili tra loro eppure sempre diverse, così come lo sono le vite delle vittime coinvolte in qualcosa più grande di loro. Ed è proprio una di queste vittime che nei giorni scorsi si è resa protagonista di una storia a lieto fine. Una storia che si è conclusa in modo positivo solo grazie ad un mix di lucidità, astuzia e tanta fortuna.
La donna in questione, una casalinga ecuadoriana e mamma di un bambino di quattro anni, è stata segregata in casa dal compagno dal quale cercava da tempo di separarsi. Vittima delle sue violenze, è però riuscita a sfuggirne scrivendo un biglietto che le ha letteralmente salvato la vita.
Una vita in salvo grazie ad un biglietto
Ma procediamo con ordine. La donna stava cercando di separarsi con calma dal compagno peruviano che fin da quando era incinta era solito picchiarla ogni qual volta eccedeva con il bere. Un appuntamento con la paura al quale la donna stava cercando di sfuggire, separandosi dal compagno. Impaurita dalle possibili ripercussioni della sua scelta, era riuscita ad allontanarlo riuscendo a vivere da sola con il figlio. Questo fin quando l’uomo non ha deciso di riprendersi ciò che considerava suo, recandosi a casa della donna la sera del 31 Ottobre e buttando giù la porta per poi entrare e segregarla dentro la sua stessa casa.
Convinto di essere riuscito nella sua impresa l’uomo, dopo aver come sempre picchiato la compagna, l’ha costretta ad unirsi a lui e ad i suoi amici per un’uscita fuori. Un’occasione in cui la donna non ha avuto modo di chiedere aiuto, costantemente sotto il controllo del compagno che tornati a casa, nuovamente ubriaco, ha ripreso a farle violenza, cercando addirittura di accoltellarla.
Un incubo senza fine al quale la donna si è ribellata con tutte le sue forze.
Così, quando l’uomo si è addormentato sotto gli effetti dell’alcol, ha preso un foglio del diario del figlio per scriverci sopra una richiesta di aiuto. Dopo di che, si è avvicinata alla finestra aspettando il momento giusto e, individuata una vicina di casa, le ha allungato il biglietto ed una sim telefonica, chiedendo di chiamare la madre per dirle che era in pericolo.
Una scena al di sopra di ogni immaginazione che ha ovviamente sconvolto la vicina che, letto il biglietto dove tra i disegni del bambino spuntava la scritta aiuto, realizzata con un pastello colorato, ha deciso di rivolgersi immediatamente ai carabinieri di Corsico.
È così che una storia che avrebbe potuto concludersi in modo orribile ha avuto modo di trovare un finale positivo. Uno in cui i carabinieri, allertati e preoccupati, si sono recati in casa della donna, pronti a prestarle aiuto.
Una volta lì, gli uomini hanno avuto a che fare con il compagno di lei che, deciso a nascondere tutto, ha accusato la suocera di averlo accoltellato. Parole senza alcun peso visto che sulle sue spalle gravavano reati di maltrattamenti precedenti.
Per fortuna, l’uomo è stato immediatamente arrestato mentre la donna è stata trasportata alla clinica Mangiagalli per ricevere tutte le cure del caso.
Una storia assurda che per fortuna ha visto il lieto fine in un momento di pura azione e dove la donna si è affidata alla fortuna seppur vittima di una vita decisamente sfortunata.
Quanto accaduto mette sempre più in luce come uno dei grandi problemi dei maltrattamenti domestici sia la solitudine nella quale versano le vittime che tante volte non riescono a salvarsi da sole se non quando arrivano sul punto di rischiare letteralmente la vita. Una situazione senza senso che andrebbe rivista e cambiata a partire dalle basi. Le donne vittime di maltrattamenti necessitano di più ascolto e di una rete di salvezza nella quale rifugiarsi sia durante il momento delle denunce che in quello successivo. Molti uomini, infatti, pur se arrestati, escono presto, ancor più arrabbiati di prima e pronti a farla pagare alla propria compagna. In altri casi, invece, sono proprio gli enti che dovrebbero offrire sostegno a suggerire alle vittime di aver bisogno di prove più schiaccianti per poter agire. Peccato che spesso le prove più forti non possono essere date perché troppo tardi.
Per fortuna, nel caso della donna ecuadoriana non è stato così ed ora, seppur con il peso di quanto accaduto, potrà pensare ad una vita più serena, dove non vivere con il costante terrore di poter subire atti di violenza dalla persona un tempo amata e dove anche la vita del figlio potrà essere considerata più serena e lontana dai pericoli sempre presenti quando in casa si ha un familiare potenzialmente violento.