Telecamere negli asili e nelle case di cura: è legge

Dopo tante liti e commenti a riguardo, finalmente la legge che prevede l’inserimento di telecamere all’interno degli asili e delle case di cura è stata approvata e con essa sono stati sanciti anche i fondi per avviare un procedimento che mira a cambiare la situazione all’interno di istituti dedicati a persone che non possono difendersi da sole come i bambini, gli anziani o di disabili.

Si tratta di un provvedimento che negli ultimi tempi è stato richiesto a gran voce soprattutto in nome di tutti i casi di violenza che ogni giorno si ripetono portando alla sofferenza di bambini ed anziani, spesso incapaci di esprimere ciò che gli accade.

Una legge che era rimasta bloccata per diverso tempo ma che ora è diventata realtà, gettando le basi per controlli più mirati e per un percorso che si spera possa portare alla possibilità di verificare in tempo utile la presenza di eventuali maltrattamenti all’interno delle strutture.

Scopriamo di più sulla nuova legge

A dare il via all’ingresso di telecamere a circuito chiuso all’interno di scuole ed istituti per anziani e disabili è stato l’emendamento al decreto Sblocca cantieri, approvato in questi giorni dalle Commissioni Lavori pubblici e da Ambiente Senato.

Il disegno di legge prevede:

  • Articolo 1 – La possibilità che asili e scuole dell’infanzia possano dotarsi in un sistema di videosorveglianza a circuito chiuso e criptato, in modo da garantire la sicurezza dei più piccoli quando sono all’interno delle strutture. Le registrazioni saranno visibili solo dalle Forze dell’ordine e soltanto in caso di denuncia di reato. La privacy, quindi, non sarà violata in alcun modo se non per la raccolta di informazioni in caso di dubbi sull’operato degli insegnanti.
  • Articolo 2 – Lo stesso tipo di sistema di videosorveglianza, sarà possibile anche all’interno delle strutture di assistenza per anziani, disabili e minori che si trovano in stato di disagio e ciò vale sia per le strutture convenzionate con il sistema sanitario nazionale che per quelle gestite dalle aziende locali. Come nel primo caso, le registrazioni saranno visionabili solo in caso di espressa richiesta da parte delle Forse dell’ordine e fatta a seguito di una denuncia.
  • Articolo 3 – Le immagini riprese dalle telecamere dovranno essere cifrate una volta acquisite mentre i dati di quelle sprovviste di comunicazione con risorse esterne potranno essere trasmesse via Wi-Fi o attraverso cavo ethernet e inviate ad un sistema non collegato ad internet, in modo da evitare rischi di pirateria, tutelando maggiormente la privacy di tutti.

Si tratta, quindi, di una legge che non mira a violare la privacy di insegnanti ed operatori sanitari ma che punta a fungere da deterrente per coloro che, come è già successo in passato, si sentono autorizzati a far uso di metodi poco convenzionali e perseguibili per legge.

Come funziona, quindi, la nuova legge?

Per far si che scuole ed istituiti si attrezzino di conseguenza, sono previsti 5 milioni di euro per l’anno in corso e 15 milioni di euro per ogni anno dal 2020 al 2024. Questi fondi saranno distribuiti ai Comuni per consentirgli di installare i nuovi sistemi di sorveglianza. La legge è obbligatoria, pertanto le strutture interessate dovranno attrezzarsi di conseguenza nel più breve tempo possibile.

Le reazioni delle persone coinvolte

Si tratta di una legge che era stata richiesta a gran voce da molti e che sta già facendo discutere molti. Il personale sanitario e gli educatori scolastici si dicono infatti contrari a tale legge in quanto lesiva nei loro confronti e in grado di intaccare i ruoli che ricoprono. Da parte di genitori e parenti, invece, questo provvedimento è l’unica soluzione per porre fine ai continui atti di abusi che si registrano ormai quasi quotidianamente a danno dei bambini, degli anziani e dei disabili. Una situazione che negli ultimi anni è andata peggiorando al punto da creare ansia in chi dovrebbe sentirsi sicuro di sapere i propri cari all’interno delle strutture e invece si è trovato più di una volta a chiedersi se erano o meno al sicuro.

Ora bisognerà capire quali saranno i tempi necessari per far si che il controllo diventi omogeneo ed in grado di dare la giusta sicurezza a chi non è in grado di difendersi o di denunciare eventuali maltrattamenti.
Intanto, però, la legge è arrivata e questo porterà sicuramente, o almeno così sperano coloro che l’hanno richiesta a gran voce, a minori pericoli per tutti coloro che fino ad oggi erano a rischio di abusi.

Post Author: Danila Franzone

Copywriter e amante della scrittura in generale, lavora da anni nel settore, trattando argomenti di vario genere che spaziano dal benessere al mondo dei viaggi fino ad arrivare al sociale, un campo che le sta molto a cuore.

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