Allontanamento dei figli in caso di maltrattamenti familiari: come funziona?

I maltrattamenti familiari accertati possono essere uno dei motivi che può portare il giudice a predisporre l’allontanamento dei bambini dai genitori.

Prima di arrivare ad adottare un provvedimento di allontanamento dei minori, c’è un’iter molto lungo e che prevede l’intervento di diverse figure volte ad accertare il malessere del bambino insieme ad entrambi i genitori, o a uno dei due.

Queste disposizioni avvengono sempre e solo in casi estremi, ed è difficile che si richieda l’allontanamento del bambino dal nucleo familiare originale a meno che ciò non sia necessario.

Quando si adotta un provvedimento per l’allontanamento del bambino?

L’allontamento del minore dalla propria casa e dai genitori può essere disposto dal giudice nel momento in cui le valutazioni effettuate da un team collegiale e multidisciplinare, convenga che le condizioni nelle quali vive il bambino sono rischiose per la sua incolumità fisica o psicologica.

Il giudice opta per l’allontanamento solo al fine di garantire il benessere del minore. I bambini vessati, picchiati, manipolati psicologicamente, non curati, o che assistono continuamente a scene di violenza da parte dei coniugi, non possono avere un’infanzia serena come invece ne hanno diritto.

Riuscire a scoprire queste dinamiche all’interno del nucleo familiare può essere difficile. Ma a seguito delle denunce che possono essere perpetrate dalla scuola, da altri familiari vicini alla coppia, dai vicini ecc…Diventa obbligatorio comprendere se i bambini debbano o meno continuare a vivere e crescere con i propri fgenitori.

In ogni caso, la valutazione prima dell’allontanamento viene effettuata dagli assistenti sociali con competenze specifiche, e da psicologi dell’infanzia che possono definire il reale stato d’animo in cui verte il bambino. L’allontanamento avviene sempre ed esclusivamente allo scopo di tutelare il bambino dai comportamenti malsani, autolesionisti, o violenti dei genitori.

  • La legge specifica che un genitore può essere allontanato dai figli nel momento in cui:
  • il genitore lo costringa a vivere situazioni che non si adattano alla sua età
  • il bambino sia costretto a vivere in un ambiente inaffidabile
  • il genitore, o entrambi abusino del bambino mentalmente, fisicamente o moralmente
  • il bambino assista costantemente a scene di violenza tra i genitori

In alcuni casi di maltrattamenti familiari, ad esempio quelli che avvengono tra moglie e marito, il bambino potrebbe non essere allontanato nell’immediato da entrambi i coniugi.

Ad esempio, se la madre subisce violenze e abusi dal marito in presenza dei figli, ma dopo la sentenza di maltrattamenti in famiglia, chieda il divorzio e si allontani dal marito, garantendo ai bambini un luogo protetto e sicuro, i servizi sociali potrebbero collaborare con lei e lasciare i bambini al suo completo affido.

Può succedere anche che in caso di divorzio, i bambini ad esempio affidati alla madre subiscano maltrattamenti fisici o morali dal nuovo compagno. In questo caso il giudice potrebbe predisporre l’affido esclusivo al padre, nel caso questo risulti in seconda analisi idoneo a crescere i bambini.

Allontanamento dei figli in caso di maltrattamenti: il sostegno psicologico

Come abbiamo potuto costatare la legge italiana cerca di tutelare sempre il bambino e la sua felicità e incolumità. Nel caso che non vi siano però le condizioni per l’affido esclusivo a un solo genitore, o una risoluzione delle dinamiche familiari, o comunque sia necessario l’allontanamento, la legge prevede per il piccolo un sostegno psicologico.

Quando per il bene del bambino, questo viene allontanato dalla propria abitazione e dai genitori, l’evento in qualunque caso potrebbe risultare doloroso e difficile da gestire per il minorenne.

Il cambio repentino porta il minore a separarsi dal suo ambiente di vita tradizionale, che anche se non idoneo e disfunzionale per lui, in quel momento rappresenta per il bambino l’unica realtà di vita conosciuta.

In queste situazioni i psicologi cercano di far comprendere al minore la necessità dell’allontanamento, lo sostengono nelle problematiche che potrebberò nascere durante questa fase e cercano una soluzione per ridonare al piccolo la gioia di vivere, cercando di scongiurare episodi di depressione infantile.

Quando si predispone l’allontanamento, prima che questi vengano affidati a una casa famiglia, spesso si cerca di comprendere se ci sono gli estremi per l’affido dei minori ai nonni, o a parenti di primo grado disposti a prendersi cura dei bambini. Naturalmente, anche in questo caso tutte le procedure di affido e nel caso di adozione, saranno seguite dagli assistenti sociali, che sorveglieranno il minore e la nuova famiglia affidataria.

Maltrattamenti familiari: come segnalare situazioni a rischio per i minori

Le segnalazioni veritiere sono molto importanti per importanti per intervenire in situazioni di rischio o disagio che si verifica nell’ambito familiare. Nel caso di numerose denunce di maltrattamenti in famiglia, da parte di uno dei coniugi, l’arrivo degli assistenti sociali viene predisposto in automatico. In questo caso gli assistenti cercano prima di comprendere le dinamiche familiari, e di intervenire ai fini di una riconciliazione pacifica, oppure suggeriscono la separazione dei coniugi e l’affido del bambino a uno dei due.

Quando però la situazione non è esposta da uno dei due coniugi, o peggio sono entrambi responsabili del malessere del bambini, o ne abusino entrambi fisicamente o psicologicamente, le denunce possono essere effettuate dalle istituzioni scolastiche, dai vicini, oppure dai familiari.

Quando si crea dunque un pregiudizio di maltrattamenti in famiglia per il minore, ci si può rivolgere:

  • alle forze dell’Ordine
  • ai Servizi Sociali
  • alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori

Come già detto, la segnalazione può avvenire dai cittadini, dai professionisti di strutture educative e scolastiche, dalle strutture sanitarie (come ospedali e pronto soccorso), dai familiari o dai diretti interessati.

Quali sono le procedure che si seguono in caso di allontanamento

Nel caso in cui il pregiudizio risulti fondato e sia necessario l’allontanamento del minore dal nucleo familiare il lavoro prevede che si seguano le cosiddette Linee guida per gli interventi di allontanamento. Questi sono frutto di un lavoro che viene eseguito in merito alla guida del Consiglio nazionale degli Assistenti Sociali, le Associazioni degli avvocati familiari, Magistrati Minorili ecc…

Le linee guida per l’allontamento dei minori sottolineano dunque, che durante questo si provveda immediatamente a un’indagine sociale e psicologica nell’interesse del minore e della famiglia. Il minore deve avere la possibilità di esprimere la sua opinione, e che si favorisca in ogni caso la collaborazione dei familiari coinvolti che non nuociono alla salute o alla sicurezza del minore.

Le norme infine, sono volte ad evitare nel caso sia possibile, il ricorso alla forza pubblica e alla spettacolarizzazione dell’allontanamento del minore. Ove questo invece sia necessario, si deve cercare di coinvolgere il personale preposto all’allontanamento in borghese, e dunque non in divisa ufficiale, per riuscire a garantire al minore un minimo di privacy in un momento tanto delicato. Inoltre si deve sempre cercare di garantire al minore innanzi tutto l’avvicinamento alla rete naturale degli affetti, solo in ultima ipotesi e in casi rari e gravi questo viene affidato a una casa famiglia, in attesa di una possibile adozione da parte di una nuova famiglia.

 

Post Author: Silvia Faenza

Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dopo la laurea, inizia il suo percorso nella scrittura e dell'editoria, in particolare legata al web. Dal 2015 affianca alla gestione dei contenuti come libera professionista, anche le attività sociali, con un occhio di riguardo alle donne.

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