Le telecamere nelle scuole potrebbero diventare realtà

Dopo varie richieste da parte dei genitori, sempre più stanchi di dover costantemente temere per l’incolumità dei propri figli, il nuovo testo legislativo che prevedere l’installazione di sistemi di sorveglianza all’interno degli asili e delle strutture che ospitano anziani o persone vulnerabili, sta per diventare una realtà.
Sembra infatti che diversi politici si stiano battendo in tal senso al fine di garantire una maggior sicurezza a chi non può difendersi e si trova, di fatto, in una posizione di vulnerabilità.
Così, in questi giorni, è giunto il si dalla camera. Un si che prevede l’installazione di telecamere a circuito chiuso da inserire nelle strutture sia pubbliche che private ed i cui video saranno accessibili ai pm. Non si tratterà quindi di una sorta di Grande Fratello ma di un ulteriore accorgimento in grado di consentire un maggior controllo su eventuali comportamenti errati da parte del personale scolastico o di quello infermieristico.
Per il momento non si parla neppure di obbligo ad installare le telecamere anche se questo potrebbe entrare effettivamente in vigore. È invece certo che i video in questione non saranno in nessun caso a disposizione dei genitori.

Persone a favore e contro la nuova proposta di legge delle telecamere nelle scuole

Il 26 Giugno, quindi, dopo un anno di stallo dalla precedente, sarà presentata in Senato la nuova mozione che incentiva questo provvedimento molto sentito dai genitori ma che al momento ha ancora dei detrattori.
Ad essere contrari sono infatti l’Associazione Pedagogisti ed Educatori Italiani e la Federazione scuole cattoliche. I primi perché, come già riferito in passato, ritengono che dei sistemi di sorveglianza indicano una mancanza di fiducia verso tutti gli operatori che si troverebbero limitati nel proprio lavoro e la seconda per motivi di tipo economico e burocratico.
Oltre a i detrattori, la legge per l’uso delle telecamere negli asili, ancora da approvare in Senato, dovrà vedersela con gli ovvi problemi di privacy, per la quale andranno redatte delle regole ancora da definire.
La strada da fare, quindi, è ancora lunga ma i presupposti ci sono e lasciano prevedere che presto o tardi, le telecamere diventeranno effettivamente una realtà del sistema scolastico così come dei vari centri dove vengono ospitati anziani e persone disabili.
La deputata Ripani di Forza Italia ha parlato di una nuova proposta di legge, proposta ad Aprile e attua a seguire la precedente, bloccata poi in Senato. Nello spiegarla, la deputata ha quindi specificato che la nuova proposta non nasce per una mancata fiducia nei vari operatori scolastici e non, ma per tutelare le persone più deboli o incapaci di difendersi da atti di violenza ormai quotidiani e che diventano sempre più gravi creando un’apprensione più che giustificata da parte dei genitori o dei parenti di chi, per svariati motivi, si trova costretto a vivere in strutture dedicate. In risposta ai vari detrattori, la Ripani ha anche ribadito che non sono previste webcam e che le registrazioni saranno visionabili solo dalle forze dell’ordine che, prima di accedervi, dovranno fare normale ricorso alle autorità competenti.
Si tratta quindi di una legge che forse non coincide del tutto con i desideri delle famiglie in ansia ma che a suo modo cerca di porre le basi per una forma di sicurezza, in grado di distogliere eventuali operatori mal intenzionati, dal perpetuare atti di violenza che finalmente sarebbero visibili e provabili.

Come funzioneranno l’installazione dei sistemi di sorveglianza e l’accesso ai vari video

Le telecamere saranno a circuito chiuso e con immagini cifrate. Al tutto si aggiungerebbe un meccanismo a due chiavi di riconoscimento delle quali una sarebbe in possesso della struttura e l’altra di un terzo ente accreditato. L’accesso ai video sarà quindi criptato e reso disponibile solo dietro apposita denuncia o segnalazione. A quel punto ad accedervi saranno esclusivamente il pm o la polizia giudiziaria che si muoverà solo dietro delega del primo.
Inoltre, sempre per motivi di privacy, la presenza dei sistemi di sorveglianza sarà resa nota a chiunque avrà accesso ai locali e, ovviamente, avverrà con il consenso di parenti o tutori dei bambini o altri tipi di ospiti presenti nelle varie strutture.
Un passo avanti verso un problema che ormai da diverso tempo sembra non conoscere soluzione e che, soprattutto negli ultimi anni, ha visto sulle pagine di cronaca troppi casi di violenza che si sarebbero potuti evitare e che, ovviamente, hanno fatto indignare e preoccupare la comunità.
A giorni, quindi, si saprà se l’installazione delle camere diventerà una realtà e se sarà resa obbligatoria o meno presso le tante strutture, sia pubbliche che private, presenti sul suolo italiano.

Post Author: Danila Franzone

Copywriter e amante della scrittura in generale, lavora da anni nel settore, trattando argomenti di vario genere che spaziano dal benessere al mondo dei viaggi fino ad arrivare al sociale, un campo che le sta molto a cuore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.