Vittime di stalking

Lo stalking così come oggi lo conosciamo non ha uno storico di dati paragonabile ad altri tipi di crimini, per cui non è facile ancora stabilire quali siano gli effetti a lungo termine per le vittime di stalking. La durata degli effetti sulla vittima, di questo genere di reato, mediamente arriva a circa due anni e comporta un forte impatto traumatico sulla psiche delle persone che ne rimangono colpite.

Le conseguenze si ripercuotono oltre che sulla psicologia della vittima anche su aspetti relazionali e lavorativi. Chi riesce ad uscire da una relazione pericolosa come può essere quella di uno stalking, nella stragrande maggioranza, cambia il proprio stile di vita. Le attività sociali in particolare diventano più rarefatte, la stessa vita quotidiana ne è intaccata per sempre. Moltissime vittime di stalker cessano la propria attività lavorativa, oppure la cambiano come anche la residenza.

L’incremento dello stato di ansia, i disturbi del sonno persistenti ed un generale senso di negatività che li ha accompagnati durante il periodo traumatico, proseguono anche nella fase successiva. Gran parte delle vittime di stalking segnalano disturbi alimentari e senso di debolezza diffusa, nonché cefalee.

Una parte delle vittime poi segnala di avere avuto un incremento nel consumo di alcol e fumo, nonché ricorrenti pensieri legati al suicidio. Si tratta delle conseguenze osservabili e che possiamo desumere dalla sensazione soggettiva di ciascuna vittima, il cosiddetto disturbo post traumatico da stress.

Questo genere di traumi possono essere paragonati in base agli effetti che producono, agli incidenti aerei, automobilistici, alle rapine in cui la vittima ha percepito un grave pericolo di morte. Tutte queste vittime cambiano per sempre la loro qualità della vita.

La gravità delle conseguenze dello stalking varia in funzione dell’intensità del reato subito, della sua durata e del tipo di persecuzione che viene messo in atto. Ciascuna persona ha poi un proprio grado di resilienza, una capacità di adattamento che può rendere transitori alcuni di questi sintomi.

Vittime di stalking lasciate al loro destino?

A sentire le cronache dei giornali sembra che questo genere di reato sia in forte aumento. Con tutta probabilità l’interessamento dei media ha fatto in modo di scoperchiare un pentolone che nascondeva un panorama fatto di abusi perpetrati ad una vasta porzione della popolazione.

La legge del 2009 che ha rappresentato un punto di svolta nell’identificazione del reato di persecuzione, ha il merito di punire lo stalker ma non sembra aver raggiunto l’obiettivo di prevenire tale odioso reato.

Le vittime sopravvissute affrontano un percorso difficile sia durante che dopo la risoluzione del caso, gran parte del sostegno lo ricevono dalle associazioni sui maltrattamenti, dai professionisti che prendono in cura i casi più gravi. Non sembra che vi sia ancora una sensibilità tale da indurre le istituzioni ad avere una visione d’insieme sia per prevenire che per curare.

La difficoltà nel non lasciare sole le vittime di stalking sta anche nella natura soggettiva dei traumi subiti. Occorre affrontarli caso per caso, e ciò significa che le cure psicologiche che vengono fornite non hanno un impatto univoco ma si procede sul singolo individuo.

Ciò che è certo è che occorre operare facendo percepire alle vittime di stalking un ambiente sicuro ed un alto livello di accoglienza. Un atteggiamento empatico che mette in risalto il sostegno comprensivo, poiché una sopravvissuta da un periodo fatto di abusi tende a darsi parte della colpa.

Il sostegno sociale gioca un grande compito nel ristabilire i giusti parametri e cercare di tornare ad una vita accettabile. Le relazioni sono da incoraggiare poiché accelerano il processo di guarigione.

Come si può aiutare una vittima di stalking?

La soggettività del fenomeno rende i soccorsi di qualsiasi genere difficili. L’ostacolo più grande è però dovuto al mancato raggiungimento di uno stadio di consapevolezza adeguato e realistico. Sia la vittima che coloro che ci vivono insieme o attorno ad essa, tendono a giustificare il fenomeno di stalking, soprattutto nelle fasi iniziali.

Si pensa ad un fenomeno di tipo naturale che si innesca a partire dalla crisi di una coppia (anche se questa fattispecie è solo una delle tante, occorrerebbe parlare di rapporto tra due persone). Il tutto viene minimizzato con riferimento alla gelosia, e per questa via lo si accetta come problema transitorio e non pericoloso.

Quando il tema della riconquista del partner viene accantonato, solo allora si inizia a temere per la propria incolumità e solo in quel momento chi è vicino può fattivamente aiutare la vittima.

Subentrata la maggiore consapevolezza, occorre parlare in maniera esplicita del tipo di abuso che si subisce. Non basta, da parte dell’amico o parente, uno stato generico di comprensione poiché ciò non ferma lo stalker. La vicinanza emotiva aiuta a liberare negatività ed ansia, e ciò sostiene la vittima, ma poi occorre pianificare le azioni. Lo stalker è un attento pianificatore, non si può attendere l’esecuzione del suo piano ma contrastarlo puntualmente.

La vita quotidiana subisce uno scossone. E’ ciò che purtroppo occorre fare fino al momento in cui sarà la legge a prendere in carico i provvedimenti restrittivi. Da più parti si fa rilevare che l’attuale corpo normativo che si occupa di stalking, presenta una grave carenza in merito ai provvedimenti coercitivi di allontanamento dell’aggressore.

Purtroppo si è ancora in una fase in cui la violenza, sia psichica che fisica, viene fatta ricadere in un quadro culturale accettato. La speranza vana poi di rivedere ricomposte le liti tra partner, pone la questione in un ambito più del costume sociale che nei termini che realmente è per chi la vive e cioè una tragedia.

Come sempre ci vogliono le prove

Evitare di ritrovarsi da sola in luoghi appartati è il minimo a cui chiunque dotato di buon senso, pensa per iniziare a proteggersi nei confronti di un aggressore. Variare gli orari è un altro modo per evitare di dare dei punti di riferimento. Alla base di tutto però c’è la chiara intenzione di chiudere tutte le porte al tentativo di far ripartire un rapporto sbagliato.

Amici e parenti devono essere fermi nel sostenere questa posizione poiché in mancanza di fermezza, lo stalker rafforza la sua convinzione.

Per far in modo di arrivare a far scattare, il prima possibile, le misure previste dalla legge in materia di allontanamento dell’aggressore dal domicilio, o dai luoghi frequentati dalla vittima, bisogna metodologicamente raccogliere le prove. Sono utili i documenti scritti, i messaggi, la e-mail, le registrazioni ed ovviamente le testimonianze.

Questo compito è vitale in due sensi. Da una parte si stringono i tempi per avere giustizia, e dall’altro si limita l’azione continua che ha su di noi l’ansia.

Post Author: sosmaltrattamenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *