Stalking condominiale

C’è da chiedersi se siano nati prima i condomini o le liti che oggi sono parte del fenomeno che abbiamo imparato a conoscere come stalking condominiale. Sembra strano che per i condomini si sia fabbricata una legge apposita ed in fatti le cose non stanno così.

Non c’è proprio una legge che parla di stalking condominiale ma semplicemente di stalking. Nel codice penale questo reato è previsto al numero 612-bis, ed è stato introdotto nel 2009.

Il grande vantaggio di una legge di questo tipo è stato ed è a tutt’oggi, l’individuazione di un particolare reato di odio focalizzato su una persona e che sfocia in atti di persecuzione tali da indurre ansia e paura per la propria incolumità. Occorre anche che la vittima cambi le proprie abitudini quotidiane per effetto del timore.

Così com’è nato si pensava al fenomeno dello stalker tipico. Col passar del tempo si è capito che i comportamenti recidivi di disturbo tipici delle crisi condominiali potevano entrare nella descrizione dello stalking.

I comportamenti molesti, o persecutori sono quindi da riferire anche ai rapporti di vicinato, che degenerano e diventano delittuosi sino ad arrivare a perdurare molto tempo. Una parte prende di mira il vicino e lo rende la sua vittima con atti persecutori. Dal canto suo la vittima si sente in pericolo e vive con ansia la situazione. E’ costretto a cambiare le sue abitudini di vita per difendersi dall’aggressore.

Quando si parla di stalking condominiale occorre tenere presente che è ormai prassi nella giustizia accettarlo come tale. Una sola caratteristica lo rende differente dallo Stalking tradizionale del 612-b c.p. La differenza sta nel fatto che si applica un’estensione che lo configura come un reato che deriva da atti di persecuzioni differenti da quelli del tipico contesto della sfera affettiva.

Oltre a questa interpretazione che è ormai passata come regola, ce n’è un’altra che allarga ancora di più il campo d’azione. E’ infatti stalking condominiale anche quando l’aggressore è tale nei confronti di tutti gli altri condomini mediante comportamenti esasperanti, tali da indurli in uno stato d’ansia ed a costringerli a cambiare le loro abitudini.

I rumori molesti sono stalking condominiale

Ci si chiede se la legge punisca come stalking condominiale anche il classico caso di rumori molesti che giungono dalle pareti confinanti. E’ questa infatti la casistica più diffusa. A tutti è capitato di subire il continuo abbaiare del cane, o semplicemente schiamazzi a causa di una festa improvvisata proprio nell’appartamento a fianco.

Non si può pensare che il rumore molesto occasionale sia da ricomprendere nei casi di stalking poiché mancano degli elementi costitutivi importanti. Per prima cosa occorre che si tratti di atti di persecuzione con un carattere continuativo. Seconda cosa questi atti devono essere mirati alla sua vittima in modo volontario per cagionargli uno stato d’ansia.

In definitiva si può affermare che lo stalking condominiale causato da rumori molesti debba appartenere al comportamento funesto visto nel suo insieme.

Le prove da portare a sostegno dell’ipotesi sopra menzionata possono essere anche solo la prova testimoniale delle vittime di stalking una volta che si è accertata la sua credibilità.

Se pensi a quante possono essere le occasioni di scontro nella vita condominiale capisci quante volte il limite civile può essere oltrepassato. Non tutti i disturbi sono da annoverare sotto il reato di stalking ma il quadro si può alterare molto in fretta in ambienti dove l’equilibrio della convivenza è già labile di suo.

Quando il vicino è lo stalker

La cronaca regala spunti che fanno riflettere. Si parla sempre di stalking ma, pur riguardando la vita di condominio, non è da intendersi come stalking condominiale. Il caso riguarda il vicino violento che incute paura alla famigliola appena arrivata. Lo stalker non prende di mira il vicino in quanto tale ma solo perché vuole esercitare il suo odio. Il vicino in questo caso è incidentale, la sua rabbia poteva riguardare chiunque decidesse.

Questo genere di esempi fanno comprendere come il reato di stalking sta alla base del vivere civile. La sopraffazione si può consumare in qualsiasi ambiente, alcuni di essi, come il condominio e il luogo di lavoro, tendono ad avere una tutela specifica.

In tutti i casi si tratta di maltrattamenti che sono stati ben inquadrati dalla legge di modo che potessero essere puniti ad hoc.

La vita in condominio alterata dalla presenza di uno stalker, ha maggiore possibilità di essere protetta dai regolamenti condominiali. Ciascun immobile con più di un tot di condomini che vi abiti, si dota di regole proprie necessarie alla corretta convivenza. Il primo interlocutore per una vittima di stalking in condominio è l’amministratore.

Il filtro dell’assemblea condomini e dell’amministratore sono normalmente un buon deterrente per bloccare comportamenti vessatori sul nascere. Non bastassero questi strumenti ci sono i passaggi di legge che terranno conto della storia del maltrattamento, analizzando anche le rimostranze che la vittima ha già palesato agli organi condominiali. Per questo motivo per il giudice si tratta di mandare a sentenza delle cause relativamente semplici perché chiare nel loro svolgimento.

Non solo la pena ma anche i provvedimenti

L’intensità del maltrattamento è direttamente proporzionale alla pena che verrà inflitta. Oltre alla pena prevista dal 612-bis, che infligge al condannato un periodo di detenzione che va da sei mesi ai 4 anni, ci sono i provvedimenti accessori.

Il maltrattato in condominio ha diritto al risarcimento del danno, ma soprattutto ha diritto ad una vita normale.  Per ripristinare le condizioni di sicurezza il giudice può disporre l’allontanamento dello stalker. Altre tutele cercano di salvaguardare la vittima. Se il condomino che ha subito lo stalking è costretto a cambiare casa, non dovrà più corrispondere l’affitto al proprietario.

L’allontanamento può portare al carcere diretto se l’aggressore non rispetta la decisione del giudice.

Le cronache sono piene di notizie di liti andate a finire all’ospedale o in tribunale. La convivenza in condominio aumenta le possibilità di entrare in conflitto con personalità vendicative. Proteggersi significa non rimanere inermi e subire le pretese o le angherie del vicino ma rispondere nel modo corretto, la prima difesa è sempre la conoscenza.

Post Author: sosmaltrattamenti

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