Bambini: quando si può parlare di abuso d’infanzia

Sempre più spesso si sente parlare di casi di abusi sui minori. Ne sono un esempio le tante denunce ai danni di genitori che ogni giorno picchiano o maltrattano i propri figli o quelle contro insegnanti di scuole dell’infanzia che, invece di vegliare sui più piccoli creando per loro un ambiente idoneo, sono i primi ad abusarne, usando violenza o metodi correttivi non idonei e nei quali si fa uso della forza, spaventando e ferendo, a volte in modo irreparabile, i bambini che li subiscono. Ciò nonostante, soprattutto in Italia, la parola abuso ha ancora un significato così vario che in tanti faticano a riconoscergli un valore preciso, avendo non poche difficoltà nel distinguere tra ciò che è ammissibile come una sgridata o un castigo e ciò che invece non lo è, come in caso di schiaffi o punizioni eccessive. I genitori per primi si trovano spesso confusi su come comportarsi nei confronti dei maestri o degli insegnanti sportivi, sforzandosi di interpretare al meglio le reazioni dei figli e restando, di contro, in una sorta di tunnel privo di luce. Ma cos’è, esattamente, l’abuso di infanzia e come si può fare per riconoscerlo?

Abuso d’infanzia. Cosa si intende esattamente per la legge

Secondo la legge, nell’abuso di infanzia rientrano tutte forme di maltrattamento sia fisico che psicologico che mettono a rischio il benessere del più piccolo. Sono quindi forme di abuso la trascuratezza, il maltrattamento fisico, l’abuso sessuale e lo sfruttamento commerciale, ovvero quelle forme che nel breve o lungo termine possono nuocere alla salute psichica e fisica del minore.
Vi rientrano ovviamente anche quelle forme di maltrattamento che portano i bambini in situazioni di pericolo di vita o che ledono la loro dignità in quanto esseri umani, portandoli a evidenti difficoltà nel relazionarsi con gli altri.
Nell’abuso d’infanzia o nel maltrattamento, quindi, non riguardano solo i bambini che subiscono abusi sessuali o maltrattamenti fisici da parte di genitori, tutori o insegnanti ma anche coloro che si trovano in gravi situazioni di trascuratezza e che vengono quindi dimenticati o messi da parte dai genitori e non ascoltati nei loro bisogni primari.
Per essere considerato nel pieno benessere psicofisico, un bambino deve infatti poter contare della vicinanza di adulti pronti a vegliarlo e a proteggerlo. Le sue esigenze in fatto di cibo, freddo e bisogno di giocare e condividere le proprie emozioni devono essere costantemente ascoltate e soddisfatte. Di contro, quindi, un bambino abbandonato a se stesso e costretto a provvedere da solo ai propri bisogni, è di fatto un bambino che sta ricevendo abusi che, in questo caso, rientrano nella sfera della negligenza da parte di chi invece di contribuire al benessere del minore evita di prendervi parte.
Per quando assurdo possa sembrare, ad oggi, i casi di negligenza e trascuratezza sono tra i più diffusi e spesso non riconosciuti dalle istituzioni. La loro gravità è invece importante e da non sottovalutare perché nella maggior parte dei casi questi abusi possono portare ad un ritardo dello sviluppo del bambino che può riguardare sia la sfera fisica che quella psicologica.
Senza ricevere le giuste attenzioni, il minore resta come in balia di se stesso e, messo nella condizione di non conoscere l’amore, rischia di non riuscire a relazionarsi correttamente né con i propri coetanei né con gli adulti. Un problema che se non riconosciuto per tempo può risultare difficile da risolvere, rappresentando un vero e proprio handicap per la sua futura età adulta.
Per questo motivo, sarebbe opportuno che gli occhi di tutti si concentrassero in modo particolare sul benessere dei minori, cercando non soltanto casi di violenza evidenti ma anche quelli che per molti vengono ancora etichettati come semplice mancanza di tempo dei genitori ma che invece, tante volte, sono qualcosa di più come appunto un abuso d’infanzia. Uno di quelli silenziosi, che si può fingere di non vedere ma che ogni giorno, avviene, spesso molto più vicino di quanto non si pensi.

Casi internazionali di abusi d’infanzia

In America, dove questo fenomeno è sempre più preso in considerazione, è stato stimato che nel 2011 su oltre 680mila bambini, vittime di violenza, il 78,5% era proprio vittima di trascuratezza. Un dato estremamente allarmante che può far solo immaginare come anche in altri paesi del mondo, compresa l’Italia, possano esserci proporzioni numeriche molto simili e ancora non riconosciute dagli organi istituzionali dove, almeno per il momento, manca ancora un adeguato monitoraggio che consenta di scoprire, preservare e salvare per tempo, gli abusi d’infanzia forse considerati minori ma non per questo meno gravi di altri.

Post Author: Danila Franzone

Copywriter e amante della scrittura in generale, lavora da anni nel settore, trattando argomenti di vario genere che spaziano dal benessere al mondo dei viaggi fino ad arrivare al sociale, un campo che le sta molto a cuore.

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