Fat shaming: quando qualche chilo di troppo diventa causa di abusi

Abbiamo già parlato del body shaming, ovvero il giudizio del corpo, una tendenza sempre più diffusa secondo la quale basta un piccolissimo difetto per scatenare giudizi spesso pesanti, accuse e molestie da parte di gruppi di persone che, soprattutto sui social, si divertono a rendere impossibile la vita della vittima di turno. All’interno di questa terribile moda che ogni giorno miete sempre più vittime, ce n’è una che sta prendendo particolarmente campo e che si concentra su un aspetto in particolare, quello del grasso in eccesso. Basta qualche chilo di troppo, un po’ di cellulite o una forma del corpo non corrispondente ai normali canoni di bellezza ed il gioco, o meglio l’abuso, è fatto.

Fat shaming, analisi di uno degli atti di bullismo più diffusi del momento

Essere bullizzate perché con qualche chilo in più è un problema che riguarda sempre più persone e che sta dilagando così tanto da coinvolgere sempre più anche il sesso maschile.
Una forma di violenza vera e propria che affonda le radici nelle prese in giro che chiunque non fosse perfetto ha subito almeno una volta a scuola e che a causa dei social e dell’uso indiscriminato del web ha portato a diventare una vera e propria forma di violenza, in grado di schiacciare la vittima senza lasciarle un solo attimo di tregua. Perché se dopo la scuola si poteva tornare a casa, rifugiandosi nell’ambiente domestico, dal web non c’è via di scampo e basta uno smartphone per rendere le persone costantemente al centro di un mirino in visibile ma in grado di essere centrato in qualsiasi momento, ferendo anche in modo drastico.
Un fenomeno così esteso e grave che non riguarda più i pochi anni dell’adolescenza ma che sempre più spesso si estende a quelli prima o a quelli successivi. Ne è una prova il fatto che sempre più persone dello spettacolo si trovano a subire attacchi ingiuriosi dal web e a volte da altri personaggi che, invece di dare l’esempio, si lasciano trasportare dal senso di potere dato da una tastiera per diventare carnefici virtuali delle loro vittime.
Così, negli ultimi tempi sono state vittime di fat shaming anche persone note come Kim Kardashian, Adele, Lady Gaga, Briney Sperars, etc… Un lungo elenco che lascia solo immaginare la gravità della situazione. Perché se un tempo, finire la scuola e realizzarsi nella vita era un modo per sperare di proteggersi da determinate ingiurie, solitamente perpetrate da persone immature che si divertivano a fare i bulli della situazione, oggi tutto ciò non è più possibile.
I vari social sono utilizzati da ragazzini e da adulti e, purtroppo, divertirsi a scapito di persone non presenti sul momento e quindi impossibilitate a difendersi, è gratuito e a quanto pare di tendenza. Così, questa forma di violenza prende sempre più piede, colpendo persone di tutte le età.
E se i personaggi famosi hanno spesso una corazza in grado di far scivolare almeno metà delle accuse ricevute, non è così per le persone “normali” che tutti i giorni si trovano a dover vivere un simile incubo. Un incubo che non si limita al ricevere delle parole cattive ma che si trasforma in una vera e propria persecuzione durante la quale si viene discriminati, ridicolizzati e messi da parte. Un isolamento doloroso che porta le vittime a chiudersi in se stesse e a veder crollare la propria autostima, fino ad arrivare ad odiare se stesse.

Le conseguenze del fat shaming

Purtroppo, subire simili attacchi è difficile e spesso le conseguenze, seppur difficili da immaginare per chi non c’è mai passato, sono ben più gravi di quanto non si pensi.
Le vittime di fat shaming, infatti, iniziano con il sentirsi giudicate per i chili di troppo, leggendo parole spesso pesanti ed usate senza un vero e proprio motivo nei loro confronti. Le risatine di quelle che dovrebbero essere persone amiche e gli sguardi più approfonditi di chi ha letto simili messaggi e ne cerca conferma dal vivo, fanno il resto, creando un senso di persecuzione difficile da far sparire e che tante volte porta a depressione e disagi di tipo sociale. Non sono poche infatti le persone che finiscono con il chiudersi in casa o che diventano pian piano i peggiori giudici di se stessi, certe che se tutto ciò è accaduto la colpa è loro.
Una deduzione alla quale arrivano più facilmente le giovanissime la cui vita potrebbe essere segnata per sempre in modo negativo e tutto per una forma di ingiustizia mediatica. Perché che si tratti di pochi chili o di tanti chili, che sia per pura e semplice gola o per problemi genetici o di tipo ormonale, nessuno dovrebbe subire simili attacchi che, anche se vengono spesso minimizzati da chi non sa cosa significhi sentirsi costantemente giudicati in negativo, sono a tutti gli effetti una forma di violenza, resa ancor più grave proprio dal fatto di risultare ancora invisibile per molti.

Post Author: Danila Franzone

Copywriter e amante della scrittura in generale, lavora da anni nel settore, trattando argomenti di vario genere che spaziano dal benessere al mondo dei viaggi fino ad arrivare al sociale, un campo che le sta molto a cuore.

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