Bullismo, impariamo a conoscerlo

Sempre più spesso si sente parlare di bullismo senza conoscerne veramente il significato.
Questa parola, dalle origini piuttosto recenti, ingloba infatti tutta una serie di atteggiamenti che fino a qualche anno fa non venivano considerati come rilevanti o dei quali non si conosceva l’impatto psicologico.
Per questo motivo troppe persone, seppur convinte di conoscere l’argomento non sempre sarebbero in grado di riconoscere un atto di bullismo. Ciò accade perché il bullismo è poliedrico, avviene sotto varie forme e in alcuni casi è così sottile da essere davvero difficile da riconoscere. Riguarda le persone e il rapporto tra il bullo e la vittima di turno che, troppo spesso, per paura di peggiorare le cose, preferisce tenere tutto per se arrivando persino a negare di aver subito eventuali torti.
Un problema più grande di quanto non si pensi e che solo di recente sta arrivando al cuore delle persone, tanto da aver portato ai primi spot di sensibilizzazione. Persino le scuole stanno cercando di introdurre l’argomento nelle varie classi e tutto affinché questa grande piaga non si diffonda più di quanto non ha fatto finora.
Perché il bullismo non fa male solo nel momento in cui si vive. Ogni violenza subita entra dentro la persona, la indebolisce, le toglie la voglia di vivere e ogni forma di sicurezza. E per finire, rimane sotto forma di ricordo, impedendo a chi ha subito violenze fisiche o psicologiche di vivere una vita serena.

Come riconoscere il bullismo

Il bullismo è tale quando una o più persone agiscono in modo continuativo contro la così detta vittima, aggredendola verbalmente, fisicamente o tramite mezzi volti a predominarla.
In passato è stato confuso troppo spesso con semplici litigi tra coetanei. La realtà, però, è ben diversa perché il bullismo ha una serie di caratteristiche che lo rendono tale e che possono essere riassunte così:

  • Persona predominante. In questo caso si tratta del bullo che da solo o con dei coetanei che lo assecondano agisce di propria volontà contro una persona considerata più debole e tutto al fine di ergersi a persona potente
  • Persona che subisce. Ogni atto di bullismo ha una vittima che in genere è una persona più sensibile di altre, isolata e per questo non in grado di difendersi
  • Mancanza di empatia. Si tratta sempre di una persona che non ha alcuna empatia verso la vittima e che, al contrario, prova piacere nell’annichilirla
  • Atteggiamento che dura nel tempo. Gli atti di bullismo non sono mai fini a se stessi ma tendono a durare nel tempo, portando la vittima a perdere sempre più la propria autostima e ad avere terrore verso il bullo ed il suo gruppo di amici
  • Isolamento. Le vittime di bullismo tendono a chiudersi in se stesse per paura di subire altri attacchi. Per questo motivo oltre a peggiorare sempre più nella loro condizione di isolamento, rischiano di annullarsi o di diventare a loro volta complici del bullo per non dover più subire azioni violente.

Infine il bullismo si può dividere in tre categorie principali:

  • Bullismo attivo. Il bullo offende, picchia o deride ripetutamente la vittima, spesso con l’aiuto di coetanei consenzienti che agiscono contro la vittima anche quando il “capo” non è presente.
  • Bullismo passivo. Invece di azioni faccia a faccia, questa forma di bullismo agisce per vie traverse, estromettendo la vittima da qualsiasi interazione sociale, ridendo alle sue spalle o diffamandola attraverso pettegolezzi o scherzi in grado di farla sentire sola e costantemente sotto minaccia
  • Cyberbullismo. Questa forma di bullismo avviene tramite dispositivi digitali. Per certi versi somiglia molto al bullismo passivo ma spesso finisce con l’essere più violento. In genere la vittima viene presa in giro con sue foto fatte di nascosto e diffuse sul web, con pettegolezzi o calunnie sulla sua persona, tanto da arrivare ad una forma di persecuzione telematica e in grado di perseguitare la vittima 24 ore su 24.

Un problema sociale che fa male alle vittime ma che compromette inevitabilmente gli stessi bulli, rendendo al contempo l’ambiente circostante carico di tensioni percepibili anche da chi, pur non partecipando attivamente, si trova ad assistere, spesso senza sapere come comportarsi e che parti prendere.
Per questo motivo e per tutte le implicazioni morali e psicologiche che ne derivano, il bullismo andrebbe evitato fin dalla prima infanzia, aiutando i bambini ad accettare ed accogliere le diversità e insegnando loro ad esprimere le proprie ragioni attraverso il dialogo e mai con la ricerca della supremazia sugli altri. Solo così, ci può essere la speranza per un futuro dove questa parola possa finalmente sparire, restando solo un brutto ricordo.

Post Author: Danila Franzone

Copywriter e amante della scrittura in generale, lavora da anni nel settore, trattando argomenti di vario genere che spaziano dal benessere al mondo dei viaggi fino ad arrivare al sociale, un campo che le sta molto a cuore.

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