I casi di maltrattamento, purtroppo, non vanno in ferie neanche a Natale, ricordando come certi problemi siano sempre in agguato, anche quando presi da tante altre cose si tende a non pensarci.
Nella notte tra il 25 e il 26 Dicembre, infatti, in provincia di Caserta e, più precisamente a Calvi Risorta, un uomo di trentasette anni è stato arrestato per aver picchiato la convivente e i figli minori della donna che si erano messi in mezzo nel tentativo di difendere la madre. Un episodio davvero sconcertante che ha procurato gravi lesioni sia nella donna che nei figli, portando così all’arresto dell’uomo.
Il caso di maltrattamento di Calvi Risorta
È un caso che lascia pensare quello avvenuto a Calvi Risorta e che ha sicuramente scosso anche i militari dell’arma che la notte del 25 Dicembre hanno colto in flagrante un uomo mentre prendeva a calci e pugni la convivente, picchiandone anche i figli minori che vista la situazione avevano cercato di proteggere la madre.
Si è trattato di un episodio di violenza domestica che stando a quanto denunciato dalla vittima non è stato un caso isolato ma uno dei tanti ai quali la donna è stata sottoposta nel tempo.
Dalla denuncia successiva ai controlli e al ricovero, la donna ha infatti ammesso di essere stata più volte vittima della violenza dell’uomo che le aveva creato intorno un regime di terrore all’interno del quale era solito picchiarla, umiliarla, minacciarla e sottoporla ad ogni tipo di vessazione.
Ora la donna si trova in ospedale dove, i sanitari le hanno dato 30 giorni di prognosi. Ai figli minori ne sono stati dati tre anche se di certo le ferite psicologiche richiederanno molto più tempo.
In seguito a quanto avvenuto, l’uomo è stato arrestato presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere e dovrà rispondere delle accuse di maltrattamenti e di violenza domestica e sui minori.
Un caso che si potrebbe dichiarare a lieto fine se si pensa a dove si poteva arrivare ma che resta una storia che di lieto ha ben poco specie se si pensa ai tanti maltrattamenti che la compagna deve aver subito nel tempo e alla paura che probabilmente ha provato per se stessa e per i propri figli. Una paura che l’ha spinta a non denunciare gli abusi, lasciandola in una situazione di stallo e di paura che alla fine l’ha portata a quella fatidica notte dove per fortuna, l’intervento dei militari, l’ha tratta in salvo portando alla luce quanto accadeva nella sua casa.
Come reagire ai casi di violenza domestica
Purtroppo, continua ad emergere un silenzio preoccupante riguardo gli abusi domestici. Una scelta alla quale le vittime si vedono spesso costrette per paura di subire di peggio e, a volte, per la vana speranza di veder cambiare chi sta loro accanto, magari a fronte di promesse che, ovviamente, non saranno mai mantenute.
Come viene ripetuto più volte dalle varie associazioni, dai sanitari e dalle stesse forze dell’ordine, in questo caso la cosa migliore da fare è trarsi in salvo ed uscire il più rapidamente possibile da una situazione di pericolo che, per quanto possa apparire sotto controllo, può degenerare da un momento all’altro, portando ad episodi gravi e in alcuni casi persino al pericolo di vita.
Per questo motivo, chiunque si trovi a subire violenze dovrebbe prima di tutto cercare aiuto in chi le sta intorno, parlandone con amici o familiari e rendendo noto quanto accade alle forze dell’ordine.
Chi non sa come muoversi o teme di fare la scelta sbagliata può optare per una delle tante Onlus e associazioni volte a dare un aiuto anche di tipo telefonico. Una volta compreso il problema è infatti possibile stabilire una serie di mosse da fare per evitare di portare avanti una situazione di questo tipo.
Ad oggi, tra l’altro, le cose stanno lentamente cambiando e andando sempre più incontro alle vittime di violenza che se un tempo faticavano a farsi ascoltare, oggi possono contare su molti più aiuti e su una sensibilizzazione che ha reso gli operatori più ricettivi e in grado di risolvere i problemi. Ne è un esempio il recente codice rosso contro la violenza sulle donne, un disegno di legge volto a snellire l’iter burocratico in modo da poter prestare un soccorso immediato alle tante, troppe, vittime di violenza che ci sono ogni giorno. Un percorso ancora in divenire ma che traccia una linea di demarcazione tra ieri ed oggi dando una nuova speranza a chi fino ad oggi non si è mai esposta per paura di non essere ascoltata o di essere lasciata sola e che ora può invece sperare in un cambiamento radicale in grado di cambiare la vita.