Giugliano: uomo arrestato per maltrattamenti sulla compagna

Nuovo caso di violenza domestica e stalking a Giugliano.

Come ormai è tristemente noto i casi di violenza domestica e maltrattamenti in genere sembrano non avere mai fine e quelli che emergono sono solo la punta di iceberg molto più grande e che rimane nascosto a causa della paura di agire o di farsi valere.
Questa volta, ad essere arrestato è stato un giovane uomo di Giugliano, colpevole di aver picchiato più volte e pedinato la compagna che, tra le altre cose, era anche in dolce attesa.

Il caso di maltrattamento di Giugliano

È una coppia di giovanissimi quella coinvolta nel caso tristemente noto a Giugliano in questi ultimi giorni. Lui un uomo di 29 anni lei una donna di 22. Ad unirli un sentimento d’amore che da parte di lei è proseguito in modo naturale mentre da parte di lui si è evoluto in qualcosa di malato, tanto da spingerlo ad usare la violenza al posto delle parole. Una situazione in cui probabilmente si rispecchiano molte donne innamorate. Perché la donna in questione non era nuova ai maltrattamenti del suo compagno e per ben tre volte aveva preferito non sporgere denuncia pur essendo finita in ospedale a causa delle percosse subite.

Il motivo? Semplicemente l’amore e la voglia di credere nelle promesse di un compagno che, ogni volta, dopo averle fatto del male, prometteva che la cosa non si sarebbe più ripetuta, che sarebbe cambiato. Scuse che sono frequenti da parte di chi usa comunicare con la violenza, esprimendo un disagio di fondo che purtroppo è senza controllo e pertanto impossibile da eliminare.Un problema del quale la vittima di questa storia alla fine si è resa conto, tanto da scegliere di allontanarsi da lui per andare a vivere dalla madre.
Ed è qui che la situazione è degenerata. Perché mollato dalla donna che diceva di amare e che avrebbe dovuto proteggere, l’uomo è peggiorato, iniziando a pedinarla, aggredendola anche verbalmente. Una situazione pesante e impossibile da gestire, persino per una giovane innamorata. Così, stanca delle ripetute minacce, alla fine la donna ha deciso di sporgere denuncia, mettendosi in contatto con i carabinieri che dopo le necessarie indagini hanno infine arrestato l’uomo con l’accusa di violenza aggravata.
La donna, infatti, mentre subiva tali trattamenti era anche in dolce attesa.
Per fortuna il suo incubo sembra finalmente finito, lasciandole addosso solo tanta tristezza ed il ricordo dei maltrattamenti subiti.

Come reagire a compagni violenti e ossessivi

Purtroppo i casi di violenza domestica e di atti che mirano a ledere la persona sono tanti e avvengono ogni giorno, spesso anche sotto il nostro naso. I casi in cui le donne sono troppo innamorate per denunciare sono troppi e si mescolano a quelli di chi invece ha paura delle conseguenze alle quali preferisce il silenzio.Si tratta di casi limite che rendono la vita di chi li subisce davvero invivibile e che ogni giorno la mettono a rischio. Perché a volte basta una lite più furiosa per fare la differenza e trasformare quello che doveva essere uno dei tanti momenti di ira nell’ultimo.

Tante donne, però, si ostinano a non vedere la gravità della situazione, un po’ perché spaventate dalla solitudine che le avvolge e un po’ perché speranzose di vedere un cambiamento in chi un tempo era stato loro accanto. A volte, infatti, riuscire a comprendere dove sia cambiato tutto è davvero difficile perché molte volte si tratta di qualcosa di lento che inizia con qualche parola di troppo, prosegue con uno schiaffo immediatamente seguito da lacrime miste a scuse e procede con atti di violenza che si fanno sempre più forti, impedendo però alla vittima di coglierne la gravità, spesso semplicemente perché troppo coinvolta da quanto sta avvenendo.

Come fare, quindi, a cambiare le cose?
Per prima cosa bisognerebbe uscire dallo stato di isolamento in cui spesso si vengono a trovare queste donne e trovare il coraggio di dire basta, come ha fatto la protagonista di questa storia che per quanto triste si è conclusa con un lieto fine.
La seconda è quella di chiedere aiuto a familiari e parenti, di rivolgersi ad Onlus ed enti nati appositamente per dare una mano alle donne in difficoltà. Fare un primo passo è spesso la mossa risolutiva perché è solo uscendo dalla bolla di solitudine, che si riesce a vedere le cose con sguardo critico, capendo quanto si sta subendo e quanta vita si stava perdendo. E da questa consapevolezza spesso e volentieri emerge anche la voglia di uscirne, di riprendere in mano la propria vita e di trarsi in salvo da una storia che non racchiude più amore ma solo tanta inutile sofferenza.

Post Author: Danila Franzone

Copywriter e amante della scrittura in generale, lavora da anni nel settore, trattando argomenti di vario genere che spaziano dal benessere al mondo dei viaggi fino ad arrivare al sociale, un campo che le sta molto a cuore.

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