Nel bel mezzo della nuova legge che ha ammesso l’uso di sistemi di controllo all’interno di strutture per bambini ed anziani, due nuovi caso di maltrattamento nelle scuole hanno fatto parlare di se, proprio in questi giorni.
Questa volta, il tutto si è svolto in Sicilia, a Termini Imerese e a Nicosia.
Il primo caso è quello di una maestra è stata denunciata dalla mamma di un bambino di quarta elementare.
La donna che sospettava già da tempo che il piccolo potesse essere vittima di maltrattamenti ha deciso di rivolgersi ai carabinieri che per portare avanti le indagini hanno posizionato delle telecamere nascoste all’interno dell’aula.
Grazie a questo espediente si è potuto verificare che l’insegnante di scuola elementare Gardenia stava in effetti operando in modo poco convenzionale, urlando spesso ai bambini, offendendoli e colpendoli. Una situazione che ha generato un vero e proprio clima di terrore che i bambini hanno dovuto subire per diverso tempo.
Ora, alla luce dei fatti, la Procura ha richiesto l’applicazione della misura cautelare che, in questo caso, prevede la sospensione dell’insegnante, francese e di 56 anni, per un periodo di nove mesi.
Una storia che non aggiunge nulla di nuovo alle tante sentite negli ultimi mesi ma che si va appunto a sommare a tutta una serie di eventi che con il tempo hanno fatto preoccupare sempre di più i genitori ormai incapaci di stare tranquilli nel sapere i propri figli a scuola.
Il caso di maltrattamento a Nicosia
Un altro caso analogo è accaduto a Nicosia, sempre in Sicilia, dove una maestra di 60 anni ha abusato del suo ruolo maltrattando i bambini. Dalle indagini è infatti emerso che la donna continuava a spingere, schiaffeggiare e trascinare i sui giovani alunni, creando all’interno della classe un clima insopportabile. I piccoli hanno così iniziato a non voler più andare a scuola negli orari in cui era presente l’insegnante. Tra loro, i più piccoli hanno addirittura raccontato quanto accadeva, spingendo le forze dell’ordine a controllare la situazione attraverso le telecamere nascoste per portare avanti le indagini.
La visione dei video ha portato alla luce abusi estremi in cui la donna afferrava i bambini per le braccia, li buttava per terra o li faceva sedere sulla sua sedia per poi schiacciarli sedendosi su di loro. È così scattata la misura cautelare che ha portato all’accusa di maltrattamenti nei confronti di bambini tra cinque e sei anni i cui danni sono stati più psicologici che fisici.
Alle accuse che già gravano sull’insegnante si è aggiunta anche quella di aver commesso delle violenze davanti ad altri bambini. I genitori, che hanno appreso i fatti solo a posteriori, si sono quindi trovati a dover convivere con questa realtà, piombata su di loro come un fulmine a ciel sereno.
Ora, i bambini con molta probabilità dovranno essere seguiti psicologicamente al fine di poter elaborare il ricordo di quanto avvenuto, cosa che non può che portare danni anche rilevanti specialmente nei più piccoli che faticano ancora a comprendere la differenza tra bene e male e che si trovano confusi nel venire trattati in un dato modo senza capirne il motivo. In casi di questo tipo le conseguenze possono essere infatti di vario tipo e trascinarsi anche negli anni, portando dei problemi nello sviluppo, nei rapporti con gli altri e con le figure che rivestono un ruolo autorevole. Si tratta di casi limite, nei quali intervenire rapidamente è l’unica soluzione possibile al fine di poter garantire ai bambini una crescita conforme alla loro età e un senso di sicurezza e di appartenenza che dovrebbe essere un loro diritto da sempre.
Quelli sopra descritti sono due casi analoghi che hanno trovato una soluzione in tempi, più o meno brevi, grazie all’ausilio dei sistemi di sorveglianza che hanno consentito di raccogliere le immagini di quanto accaduto. Una storia che va ancora una volta a favore dell’introduzione dei sistemi di sorveglianza all’interno delle scuole e degli istituti per anziani perché la loro presenza potrebbe fungere da deterrente, diminuendo così il rischio di abusi. Ciò nonostante sono ancora in molti a dirsi non soddisfatti dalla nuova legge e dall’obbligo relativo all’inserimento delle telecamere. Obbligo che in pochi anni dovrebbe rendere capillare la diffusione delle stesse e la possibilità di avere un maggior controllo su quanto accade a persone che non sono in grado, per età o per problemi di salute, di badare a se stessi.