Nuovo caso di violenza a San Nicola la Strada

Un nuovo caso di violenza, quest’oggi, è andato ad unirsi ai tanti che purtroppo continuano a ripetersi ogni giorno, ricordandoci come anche in assenza di notizie i casi di abusi ai danni di individui più deboli sono all’ordine del giorno e spesso avvengono più vicino a noi di quanto non siamo pronti a credere. L’ultimo caso, in ordine cronologico e stato reso noto da pochissimo e riguarda Mouaomiya Hamid, un quarantenne originario del Marocco, accusato di violenza aggravata ai danni della propria convivente.

Una storia come tante che per fortuna si è conclusa con una denuncia andata a buon fine

Dalle prove emerse in seguito all’indagine effettuata, la relazione tra la vittima ed il carnefice è iniziata come tante altre, senza mostrare alcun ombra di pericolo. Eppure, poco dopo una convivenza iniziata tranquillamente, la violenza si è fatta via via sempre spazio all’interno della relazione, portando la vittima a subire abusi fisici da parte di Hamid che, improvvisamente cambiato, ha iniziato a farsi più duro nei suoi confronti, dapprima minacciandola verbalmente, per poi arrivare a picchiarla, distruggendole persino il cellulare e segregandola in casa per diversi giorni, il tutto per impedirle di scappare e sporgere denuncia.
Una storia orribile, avvenuta presso una casa di proprietà della Curia Vescovile di Caserta, a San Nicola la Strada. Un’abitazione in disuso dove Hamid viveva abusivamente da tempo e dove ha poi deciso di accogliere la compagna con la quale aveva intrecciato una relazione sentimentale.

Dopo i primi tempi di convivenza pacifica, quindi la storia tra Hamid e la vittima si è fatta sempre più pericolosa, giungendo ad un rapporto di violenza in cui, ormai cambiato, Hamid ha manifestato atteggiamenti del tutto inattesi trasformando la sua compagna nella vittima dell’uomo che, invece, avrebbe dovuto amarla.
Per stessa ammissione della donna, infatti, gli atti di violenza sono stati diversi, iniziando con minacce, calci e pugni e arrivando alla segregazione forzata in casa, messa in pratica con una sbarra di ferro posta sulla porta d’ingresso.
Una situazione estremamente pericolosa, durata per diversi giorni e dalla quale la parte offesa è riuscita a salvarsi per miracolo, approfittando di un momento nel quale l’uomo era addormentato per sbloccare la porta d’ingresso e fuggire per poi rivolgersi immediatamente alle forze dell’ordine, ricevendo così anche le giuste cure mediche.

La denuncia che ha salvato la vita ad una delle tante donne vittime di violenza

Dopo la denuncia da parte della donna, è quindi partita un’indagine presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere in seguito alla quale i Carabinieri della Stazione di San Nicola la Strada hanno potuto prendere provvedimenti. Durante l’indagine, infatti, grazie anche alle rilevazioni fatte sul luogo e a nuove dichiarazioni raccolte nel periodo che andava dal 2 Marzo al 29 Maggio, sono emerse accuse come quella di minacce aggravate, lesioni personali e sequestro di persona aggravata. Prove che hanno infine portato all’arresto di Hamid Mouaomiya.
Una storia che avrebbe potuto finire in modo certamente peggiore ma che non toglie la gravità della situazione in cui è venuta a trovarsi la vittima. Una situazione che oltre ad averle procurato ferite per le quali sono state necessarie delle cure mediche, avrà sicuramente cambiato la sua percezione delle cose, portandola a dei danni psicologici. Gli stessi che, purtroppo, accomunano tutte le donne vittime di violenza fisica.

Una storia che nonostante il “lieto fine”, lascia un grande senso di amaro in bocca, ricordandoci le tante donne che ogni giorno si trovano a subire violenze simili o anche più gravi. Donne che spesso appaiono del tutto normali agli occhi di chi non può o non vuole vedere e le cui timide richieste di aiuto (che a volte si limitano ad uno sguardo per molti indecifrabile) sono praticamente inutili.
Un motivo in più per cercare di sforzarsi di aprire occhi e orecchie e di comunicare subito eventuali sospetti di violenza domestica. Perché a volte anche una semplice telefonata anonima può fare la differenza, aiutando donne troppo impaurite per agire a salvarsi da una vita di terrore nella quale l’unica speranza possibile è quella di essere lasciate dal proprio compagno o di essere appunto salvate dalle forze dell’ordine. Non bisogna dimenticare infatti che molte volte la paura di non essere ascoltate e di dover tornare a casa con il proprio carnefice è il principale motivo per cui molte donne esitano parecchio prima di chiedere aiuto. Senza contare quelle che si trovano nelle stesse condizioni della compagna di Hamid, ovvero chiuse in casa ed impossibilitate a muoversi o a scappare per chiedere l’aiuto del quale hanno bisogno.

Post Author: Danila Franzone

Copywriter e amante della scrittura in generale, lavora da anni nel settore, trattando argomenti di vario genere che spaziano dal benessere al mondo dei viaggi fino ad arrivare al sociale, un campo che le sta molto a cuore.

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