Maestra in pensione indagata per maltrattamento

Quando si parla di bambini, il primo pensiero è che per loro il mondo dovrebbe fermarsi per un attimo, offrendo solo il meglio che ha da dare. Ogni bambino merita un’esperienza di vita serena e ricca di spunti che lo aiutino a crescere e a formarsi fino a diventare un’individuo. In questo passaggio così delicato ed importante, ci sono delle figure che più di altre hanno il compito di seguirli e di dar loro ogni strumento utile allo scopo. Tra queste figure ci sono in primo luogo i genitori e subito dopo gli insegnanti che hanno, non solo il compito di educare ma anche quello di offrire nuove angolazioni dalle quali osservare il mondo e tutto in un ambiente protetto. Così, quando emergono storie di cronaca dove l’abuso sui minori è in primo piano, viene da chiedersi come fare per evitare che simili cose continuino ad accadere.
Ultimo tra i tanti casi di cui si sente parlare ogni giorno è quello di una maestra di Pianezze, ormai in pensione, che rischia di finire sotto processo per aver maltrattato alcuni bambini della scuola materna, la stessa nella quale lavorava e dove avrebbe dovuto seguire i bambini offrendo loro tutto il sostegno possibile.

Indagini aperte sulla maestra della scuola materna di Pianezze

Il tutto ha avuto inizio in seguito a diversi esposti effettuati dai genitori e seguiti dalle loro testimonianze. Secondo quanto emerso, i bambini maltrattati sarebbero circa dieci mentre i maltrattamenti per cui è stata accusata la pensionata sono insulti, richiami aggressivi e schiaffi tutti a danni di bambini piccolissimi.
La procura ha chiuso le indagini ed ora si attende il verdetto che potrebbe essere appunto quello di un processo ai danni della maestra che in sua difesa avrebbe detto di aver svolto con impegno il suo ruolo di insegnante e di ammettere di essere sempre stata severa ma che le sue azioni non hanno mai danneggiato alcun bambino.
Una difesa che si scontra con il parere dei genitori che parlano invece di maltrattamenti ai danni di bambini troppo piccoli per difendersi.

I danni da maltrattamento su bambini in età prescolare

Inutile dire che se quanto denunciano i genitori è vero la maestra dovrà fare i conti con la giustizia. Comportamenti come l’uso di un linguaggio aggressivo o la violenza su bambini così piccoli comporta infatti una serie di danni non solo fisici ma anche psicologici. A quest’età, infatti, i bambini sono troppo piccoli per capire in cosa sbagliano ed il perché delle punizioni e ciò può renderli insicuri, provocando in loro la costante paura di sbagliare ancora e di incorrere così in nuove urla o schiaffi da parte di una persona che rappresenta di colpo qualcuno di cui fidarsi ma che va al contempo temuto. La mancanza di un punto di riferimento all’interno della scuola è un grosso handicap che può danneggiare il futuro sviluppo del minore che si trova incerto su cosa sia giusto o sbagliato e che non sa più come gestire le emozioni.

Si rischiano così vari sintomi come:

  • Eccessiva timidezza
  • Incontinenza urinaria
  • Pianti immotivati
  • Paura dell’autorità
  • Difficoltà nel prendere decisioni autonome

Una situazione difficile che negli ultimi anni è emerso essere più presente che mai nelle scuole, forse a causa degli scarsi controlli su chi riveste un ruolo importantissimo e che per questo andrebbe seguito costantemente sia dal punto di vista professionale che da quello psicologico.
A volte, infatti, basta un problema serio in famiglia o una forte dose di stress per portare un insegnante a non essere più idoneo a ricoprire il suo ruolo e a necessitare prima di tutto di un aiuto umano per poter riprendere in mano sia la propria vita che la classe affidatagli.
Al momento esiste un testo legislativo, già approvato dalla Camera ma fermo da più di un anno in Senato. Secondo il testo, le strutture con persone vulnerabili come bambini ed anziani dovrebbero comprendere dei sistemi di video sorveglianza mentre gli operatori sanitari e gli insegnanti che se ne occupano andrebbero seguiti con testi psicologici individuali che stabiliscano la loro idoneità per il ruolo rivestito.
Un testo voluto in primis da genitori sempre più preoccupati e che, di contro, ha fatto indignare l’APEI, ovvero l’Associazione Pedagogisti ed Educatori Italiani che si dice contraria a queste nuove regole che puntano a limitare il lavoro svolto dagli educatori.
Una situazione poco elastica che rischia di restare ferma ancora per anni e tutto ciò mentre nuovi casi di violenza continuano ad emergere ogni giorno, allarmando sempre più i genitori che non riescono a sentirsi tranquilli sapendo i propri figli in strutture che non sempre godono della sicurezza e della protezione che invece dovrebbero garantire.

Post Author: Danila Franzone

Copywriter e amante della scrittura in generale, lavora da anni nel settore, trattando argomenti di vario genere che spaziano dal benessere al mondo dei viaggi fino ad arrivare al sociale, un campo che le sta molto a cuore.

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