Quando si può parlare di maltrattamento psicologico sui bambini?

Quando si parla di maltrattamenti sui minori si apre un ventaglio di possibilità praticamente infinito. La prima cosa che viene in mente, in questi casi, è l’immagine di un bambino che subisce violenza di tipo fisico da parte di uno o più adulti dei quali si fida e che nella maggior parte dei casi sono i genitori o gli insegnanti. Una situazione orribile che col tempo sfocia inevitabilmente anche sul lato psicologico, portando il minore ad aver paura e a non sentirsi mai al sicuro.
Purtroppo, però, c’è anche un altro tipo di violenza che può rendere un inferno la vita dei bambini, portandoli ad uno sviluppo alterato e a problemi futuri dai quali è difficile guarire. Si tratta della violenza psicologica, perpetrata tramite parole o modi di fare che spingono il più piccolo a sentirsi inadeguato, isolato e poco amato.
A volte il processo può essere così lento e graduale da spingere il bambino a non riconoscere di essere una vittima, portandolo alla convinzione, ovviamente errata, di essere sbagliato o di essere sempre in errore.
Ovviamente per violenza psicologica non si tende il rimprovero, magari errato, che può capitare una volta ad un genitore particolarmente stanco o nervoso, ma ad una forma reiterata di un uso improprio delle parole dove la maggior parte sono contraddistinte da accuse, rimproveri, e offese alle quali il più piccolo non può replicare perché incapace di comprendere il reale motivo della loro origine. Tutto ciò, porta ovviamente ad una serie di danni, sempre psicologici, che il minore tende a sviluppare nel tempo e che, se non presi per tempo, possono lasciare danni irreversibili.

Quali sono i sintomi di un minore che subisce violenza di tipo psicologico

Le ripercussioni di atteggiamenti errati da parte di genitori o insegnanti possono portare a danni di lieve o media entità in grado di compromettere la vita del più piccolo. Vediamo di riassumere i principali:

  • mancanza di autostima
  • eccessiva timidezza
  • difficoltà nel linguaggio
  • difficoltà nell’apprendimento
  • ritardo dello sviluppo
  • enuresi
  • depressione
  • futura dipendenza da alcol o droghe
  • incapacità di stabilire legami affettivi
  • disturbi dell’alimentazione
  • instabilità
  • timore del giudizio altrui

Questi disturbi, possono aumentare fino a seguire il minore nell’età adulta, rendendogli la vita molto più difficile e portandolo a creare relazioni sbagliate o a non averne affatto. L’unico modo per risolvere i problemi nati da questo tipo di violenza è infatti quello di ricorrere alla terapia psicologica, aiutando la vittima di vittima di violenze psicologiche a costruire una diversa percezione di se e delle persone che lo circondano.
Un percorso che andrebbe intrapreso il prima possibile poiché un adulto con simili problemi farà molta più fatica a cambiare l’idea che si è ormai fatto di se e del mondo e qualora riuscisse a raggiungere una maturazione in grado di consentirgli un esistenza all’apparenza normale, correrebbe il rischio di trasmettere lo stesso tipo di danni ai futuri figli. Questo non certo per mancanza di affetto ma per un oggettiva incapacità di comunicare in modo diverso.

Come riconoscere i bambini che subiscono violenze di tipo psicologico

A differenza di quanto accade per i bambini vittime di violenze fisiche o di abusi sessuali, è molto più facile imbattersi in quelli che ogni giorno vengono vessati dai propri genitori. Ciò accade perché se questi ultimi sono bravi a nascondere eventuali violenze, in genere tendono a non nascondersi quando maltrattano il minore verbalmente. Un modo di fare dovuto al fatto che tante volte non sono realmente consapevoli dei danni che possono andare a creare e anche quando lo sono, il loro agire è talmente reiterato da non riuscire neppure a riconoscerlo quando viene messo in pratica. Altre volte gli stessi genitori possono essere a loro volta vittime inconsapevoli che, come già detto, non conoscono altro modo di rapportarsi agli altri se non quello degli insulti e delle parole aggressive.
Più in generale, si può parlare di violenza psicologica quando si assiste ad un adulto che ripete più volte ad un bambino di non essere capace di far nulla, di non essere bravo o bello, di meritare una punizione o di restare solo. Queste parole, espresse di continuo e con veemenza, portano il minore a credere davvero di non avere alcun valore e a temere di restare da solo, di essere abbandonato o di non avere più nessuno su cui fare affidamento.
Un meccanismo che andrebbe interrotto al più presto e nel quale è molto difficile inserirsi, a volte per paura di sbagliare a giudicare un genitore, altre per paura di peggiorare le cose.
Come agire, quindi?
In questi frangenti, la cosa migliore è quella di non perdere di vista il più piccolo e di chiedere consiglio a personale esperto, in grado di valutare la situazione e qualora ritenga sia il caso, intervenire.

Post Author: Danila Franzone

Copywriter e amante della scrittura in generale, lavora da anni nel settore, trattando argomenti di vario genere che spaziano dal benessere al mondo dei viaggi fino ad arrivare al sociale, un campo che le sta molto a cuore.

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