Come aiutare e capire una donna che subisce maltrattamenti

In Italia, il tema dei maltrattamenti in famiglia e sopratutto della violenza contro le donne è sempre più vivo, dati gli innumerevoli casi sia di maltrattamenti, che ancor peggio di femminicidio che avvengono durante l’anno.

Purtroppo, spesso accade che le donne che vengono maltrattate e sono vittime di violenza in famiglia, cercano di nascondere ciò che avviene, rischiando di arrivare poi a conclusioni tragiche come la morte della vittima che si ribella al suo carnefice.

Quando si vive una relazione intima e affettiva, diventa difficile per le donne, riuscire a contrastare la violenza psicologica o fisica che subisce dal proprio partner. Certo, può succedere anche che le donne siano vittima di violenza, non solo da parte del proprio partner, ma in alcuni casi, può succedere anche da parte dei parenti come nonni, zii, genitori e fratelli.

In qualunque caso, i maltrattamenti in famiglia sono da contrastare, e le donne che ne sono vittime da aiutare.

Ma come riuscire a comprendere questa situazione e sopratutto come è possibile poi denunciare o aiutare le donne maltrattate?

Ecco alcuni consigli che ti aiuteranno ad “aiutare” un’amica, una parente, una persona vicina che sta vivendo una situazione familiare simile. Parlare e convincere la vittima a rivolgersi alle autorità, a entrare in un centro antiviolenza e farsi proteggere e seguire da professionisti del settore.

Come capire che una donna sta subendo maltrattamenti in famiglia?

Capire che una donna subisce dei maltrattamenti in famiglia non è semplice, ma se si ha un rapporto intimo con la vittima, è possibile comprenderlo da alcuni specifici indicatori fisici, comportamentali e psicologici. In questo modo riuscirete a comprendere se sussiste o meno una situazione di maltrattamenti in famiglia. Prima di parlare con la vittima, cercate di accertarvi che esista realmente una situazione di questo tipo.

Indicatori psicologici: gli stati d’ansia, lo stress eccessivo, la depressione, gli attacchi di panico, la perdita dell’autostima, l’auto colpevolizzazione, l’agitazione, lo sminuire sé stesse, e tutti quegli effetti psicologici negativi che portano a degli stati depressivi.

Indicatori comportamentali: il non presentarsi al lavoro, l’agitazione ogni qualvolta si fa ritardo, il rifiutare sistematicamente l’invito a uscire fuori, i cambiamenti nell’abbigliamento, racconti incongruenti volti a proteggere i comportamenti del marito, isolamento dalla società.
Non presentarsi alle riunioni familiari o farlo sempre in solitudine, l’ansia e la paura quando si parla del marito o di uno specifico regolamento.

Indicatori fisici: oltre a quelli psicologici, spesso si devono controllare anche degli specifici indicatori fisici, ossia la presenza o meno di violenze, come: fratture, aborti spontanei, bulimia, anoressia, contusioni, lividi, dolori ecc…

Naturalmente se notate alcuni di questi indicatori, dovete fare una sola cosa subito e con fermezza ossia: chiederlo alla diretta interessata.

Sicuramente, la vittima cercherà di colpevolizzarsi e di dare la colpa al suo comportamento, o alle sue parole, ma bisogna metterla a proprio agio, e fargli comprendere che è necessario denunciare tali comportamenti.

Oltre che metterla a proprio agio, è necessario anche cercare di comprendere la vittima, bisogna dargli la possibilità di sentirsi al sicuro, e non forzarla a prendere una decisione. Questo è l’unico modo per far sì che la donna maltrattata cambi idea e decida di farsi aiutare. Inoltre, ricordate di non avere mai un atteggiamento di giudizio nei suoi confronti ma solo di supporto.

Come aiutare una donna vittima di maltrattamenti in famiglia

Quando si vuole aiutare una vittima di maltrattamenti in famiglia è necessario, innanzi tutto non azzardare consigli che potrebbero danneggiare e rendere più tragica la situazione. Bisogna chiamare il centro antiviolenza, specie se si tratta di situazioni molto pericolose o complesse. Ricordati che non esistono soluzioni definitive, semplice o rapide. In qualunque caso, ogni situazione di maltrattamento in famiglia, specialmente se seguito da violenza fisica, deve essere seguito da un professionista, inoltre in casi estremi è meglio chiamare le forze dell’ordine.

Qual è l’atteggiamento da tenere, mentre si attende l’intervento delle forze dell’ordine, o mentre si accompagna la vittima al centro antiviolenza?

Ecco alcuni suggerimenti pratici:

Innanzi tutto, devi assicurarti di avere tutto il tempo a disposizione per ascoltare tutto il suo racconto senza darle alcuna fretta.

Rassicurale e non giudicarla mentre ti racconta ciò che succede

Non stupirti di alcune incongruenze durante il racconto. Succede spesso che la donna viva questo momento in forte contrasto con sé stessa, e provi sensazioni di paura, amore, odio, stima, desiderio di chiudere la relazione oppure la speranza di riconciliarsi con il partner violento.

Ricordagli che non vi è nessuna giustificazione per la violenza che si subisce, nessuna. Ricordagli che ciò che succede è responsabilità del partner e non del proprio comportamento.

Cerca di chiedergli e di farle confessare da quanto tempo avviene questa violenza, se è aumentata nel tempo, se si è aggravata, se vi sono armi in casa, o se vi sono situazioni altamente pericolose. Ricordati però di non farle domande sbagliate, e che possono sottomettere la donna, come ad esempio: Perché non lo hai ancora lasciato, perché non te ne sei andata, perché non lo hai denunciato? Non glielo chiedete, altrimenti invece che compresa, si sentirà umiliata e giudicata.

Spesso le donne vittime di maltrattamento, hanno anche un forte isolamento e per questo tendono a chiudersi verso l’esterno, e a non raccontare ciò che avviene. In questo caso devi cercare di trasmetterle solidarietà e vicinanza, solo in questo modo potrai riuscire ad aiutarla realmente.

Spesso succede, nel caso in cui la donna subisca dei maltrattamenti in presenza dei suoi figli, che il partner gli dica che in caso di denuncia o separazione li perderà. Ricordale che se lei cerca di proteggere i figli, deve denunciare il partner nel caso si riversi su di loro.

Dagli forza, e rassicurala del fatto che sarà ascoltata e che il centro antiviolenza e i carabinieri possono aiutarla. Ricordagli che è una donna forte e che può ricostruire la sua vita anche senza un partner violento e che potrà essere seguita da specialisti che possono rendere la fase di separazione meno dura.

Che numeri contattare in caso di emergenza

In caso di emergenza è necessario chiamare il servizio di Antiviolenza sulle donne 1522, una linea attiva 24 ore su 24, e disponibile in tutte le lingue principali, oltre che in Italiano.

In caso di imminente emergenza chiamate i carabinieri al 112 o la Polizia al numero 113. Nel caso di violenza fisica, portate la vittima al pronto soccorso o chiamate l’emergenza sanitaria al 118.

Post Author: Silvia Faenza

Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dopo la laurea, inizia il suo percorso nella scrittura e dell'editoria, in particolare legata al web. Dal 2015 affianca alla gestione dei contenuti come libera professionista, anche le attività sociali, con un occhio di riguardo alle donne.

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