Maltrattamenti in famiglia: le donne sono le principali vittime

Basta vedere gli ultimi articoli di cronaca nera per constatare come la maggior parte delle vittime soggette a maltrattamenti in famiglia siano proprio le donne.

Secondo alcune indagini, le donne sono state rese non solo vittime dei maltrattamenti in famiglia, ma queste sono state anche assassinate dai rispettivi coniugi e compagni. solo nel 2012 era stato segnalato che fossero state assassinate ben 124 donne durante l’anno, dopo aver subito maltrattamenti familiari.

Nel 2018, dall’inizio dell’anno ci sono state ben 18 vittime, a cause dei maltrattamenti subiti all’interno del nucleo familiare. Secondo l’indagine, sette donne su dieci sono state sottoposte prima dell’omicidio a forme di violenza psicologica e fisica.

I dati raccolti dal telefono Rosa, e dagli altri enti di assistenza per le donne, si può determinare che la violenza domestica è la forma più conclamata. Le donne sono spesso vittime di stupri, minacce persecuzioni psicologiche e fisiche sia da parte dei compagni, sia dei mariti e in alcuni casi di familiari come padri e zii.

Violenza sulle donne nel nucleo familiare: se ne parla abbastanza?

Spesso il tema dei maltrattamenti, delle persecuzioni e degli atti di violenza nei confronti delle donne sembra sopraggiungere solo quando si verifica un omicidio.

L’omicidio è spesso l’atto ultimo di una serie di atti intimidatori e persecutori. In altri casi, la paura di essere vittime di omicidio porta le donne a non denunciare il reato e sopperire alle violenze e ai maltrattamenti dei propri compagni o mariti.

Questo accade perché le donne non si sentono protette, ma costantemente minacciate anche dopo aver denunciato. Il problema è che per accertare il maltrattamento in famiglia è necessario che l’atto sia consecutivo e persecutorio.

Quindi un caso di violenza a sé stante, che però può essere l’avvisaglia di un comportamento malsano e di controllo della propria compagna o moglie, non sempre basta a denunciare e allontanarsi da colui che pratica questo potere psicologico e sopruso fisico.

Purtroppo, oltre a non esserci abbastanza assistenza, manca anche l’informazione. Molte donne hanno paura di denunciare perché possono essere vittime di giudizi, oppure non sanno come sostentarsi dopo un possibile divorzio o allontanamento dal nucleo familiare.

Tutti questi problemi derivano principalmente da una risonanza, anche mediatica, troppo debole rispetto poi ai vari casi di femminicidio.

Per evitare gli omicidi, però, sarebbe giusto ampliare la fascia di ascolto e provvedere a far comprendere come riuscire a reagire e a fuoriuscire da questa spirale di violenza e sottomissione.

Un percorso d’educazione per il rispetto della donna

I giovani che dovrebbero crescere in un mondo più pacifico e rispettoso, ultimamente si macchiano di reati gravi quali il bullismo o gli stupri. Certo queste non sono prerogative molto esaltanti, se si pensa che i ragazzi un giorno diventeranno uomini, e le ragazze diventeranno donne. E in 7 casi su 10 queste saranno vittime dei primi.

Per sensibilizzare gli animi e riuscire ad arginare il più possibile questi eventi negativi è necessario dunque provvedere a un percorso educativo, sin dalla tenera età che permetta di comprendere il rispetto nei confronti dell’altra persona.

Certo, questo potrebbe non essere sufficiente, e negli ultimi anni la scuola si sta molto impegnando in questa direzione. Aumentare la coscienza sociale sull’emergenza per la violenza sulla donna, è necessario a livello educativo scolastico e familiare. Grazie all’opera congiunta della scuola e della famiglia, negli anni si potrebbero diminuire i casi di femminicidio o gli atti persecutori nei confronti delle donne.

Sicuramente, si dovrebbe improntare nelle scuole anche un corso di educazione civile sia per i ragazzi sia per le ragazze per riuscire così a ottenere in futuro una società più responsabile.

Perché le donne non denunciano?

Secondo i dati dell’ISTAT ben il 88,2% delle donne che hanno subito una violenza o un maltrattamento all’interno del nucleo familiare non denunciano ciò che hanno subito.

Perché le donne non denunciano una violenza fisica e psicologica subita dal partner?

Secondo l’indagine, la maggioranza delle violenze viene causata dal partner o dall’ex partner e convivente e le denunce che si effettuano solo solo il 12,2% dei casi.

La situazione è molto drammatica e in alcuni casi è stato denotato che le donne magari che hanno provato a denunciare sono state poi intimate dai familiari propri o del coniuge a non sporgere denuncia.

In alcuni casi limite, sono stati rilevati anche situazioni in cui stesse le forze dell’ordine hanno consigliato alla donna di tornare in un secondo momento, oppure hanno messo in dubbio la veridicità dell’aggressione.

Molte donne non riescono a denunciare specialmente le violenze sessuali subite dal marito. In un normale rapporto coniugale sembra normale avere dei rapporti sessuali. Ma solo se consensuali!

Anche all’interno di un rapporto coniugale sussiste infatti il reato di violenza sessuale. Ma questo non è l’unico caso in cui le donne non denunciano il marito o compagno.

Spesso scelgono di non fare la denuncia nemmeno se subiscono delle violenze fisiche. Il problema principale è l’omertà delle persone vicine alla vittima, che invece di stimolare la donna a chiedere aiuto e denunciare, spesso la portano a evitare la denuncia e “a lavare i panni sporchi in casa”.

L’omertà è proprio il problema per il quale tante donne in Italia sono vittime di violenza e di maltrattamenti in famiglia e che devono superare da sole i danni fisici e psicologici.

Denunciare sempre è ciò che le donne dovrebbero fare per riuscire invece ad arginare il problema e riuscire a uscire al di fuori di questa spirale di omertà e violenza.

Numeri rosa e associazioni di sostegno alle donne: il loro valore

Sicuramente, negli anni, anche se sussiste ancora molta omertà e i casi di violenza non accennano a diminuire, sicuramente le associazioni di sostegno e i numeri rosa stanno riuscendo a migliorare la situazione delle donne che soffrono di maltrattamenti all’interno del nucleo familiare.

Queste associazioni in difesa dei diritti delle donne spesso s’impegnano a creare eventi di sensibilizzazione della popolazione e stanno portando sempre più donne a denunciare i casi di abuso e violenza subiti.

Post Author: Silvia Faenza

Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dopo la laurea, inizia il suo percorso nella scrittura e dell'editoria, in particolare legata al web. Dal 2015 affianca alla gestione dei contenuti come libera professionista, anche le attività sociali, con un occhio di riguardo alle donne.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.