Lo stalking sui social media

Immagina di andare con la macchina del tempo a circa 10 anno fa e di domandare alla gente di descrivere come si immagina uno stalker. Con tutta probabilità le descrizioni sarebbero vicine all’uomo nero e minaccioso che se ne sta dietro gli angoli ad osservare i movimenti di una donna (in genere). Nell’epoca dell’iper-digitalizzazione la persecuzione ha fatto un altro passo in più, tanto da essersi evoluta in un’altra del tutto autonoma. Siamo entrati nell’epoca in cui il più famoso reato di persecuzione è lo stalking sui social media.

Non serve più ad uno stalker inseguire la sua vittima, nel mondo dei social le informazioni vengono fornite su base volontaria e continuativa per cui dall’uomo nero si è passati alla stanza buia, alla cameretta inquietante. Per di più il molestato non è nemmeno consapevole di essere entrato nel mirino di un predatore molesto.

Alla nascita del fenomeno dei social media non era così facile seguire e carpire informazioni relative a qualsiasi persona. La prassi voleva che occorresse un consenso reciproco dopodiché si diventava amici sulla piattaforma designata.

Con l’avvento di Facebook si è iniziato a coniare una nuova terminologia che riposizionava il reato di stalking mediante l’ausilio della rete, è così nato lo stalker di Facebook. Si tratta della tendenza compulsiva ad appostarsi per carpire le informazioni più personali. Purtroppo la tendenza è facilitata dalla possibilità di agire in modo riservato ed impunito acquisendo informazioni anche in merito alla posizione stessa in cui si trova l’ignara vittima.

L’avvento di altri social media come Twitter ed Instagram hanno dato un altro colpo alla riservatezza ed alla privacy. Il concetto di questa nuova schiera di software dediti alla socializzazione è quello di favorire il concetto di follower al posto degli amici come era ed è su Facebook. E’ considerato positivo avere molti follower e questa è la manna per uno stalker che è in grado di apprendere qualsiasi genere di informazione. Il cyber stalker ha ottenuto un pass per entrare nella vita di chi preferisce.

Informazioni private ovunque

C’è voluto uno scandalo di portata mondiale per capire che si è raggiunto un punto di allerta nemmeno immaginato prima. Alla base c’è un comportamento di diffusione delle informazioni per scopi commerciali e politici. Sono le stesse persone a voler condividere sempre più aspetti della propria vita personale e ciò ha spostato l’interesse dei molestatori sulla rete, traendone ancor più insano giovamento.

Pensa a quante informazioni condividi con persone che nemmeno conosci, i cosiddetti occasionali. Si sa la data di nascita, dove si vive, dove si va in vacanza, chi frequenti, il tuo tenore di vita, le scuole, il lavoro, gli interessi ed ultimamente anche gli spostamenti.

Lo stalker fa base su Facebook, Instagram e Twitter li utilizza per informazioni specifiche della tua vita. Poi ci sono le ultime tendenze come Snapchat che ti spingono a raccontare dove andrai, magari alla festa di un amico e nel preciso momento in cui avviene descrivi cosa indossi tu e i tuoi amici, postando foto. Snapchat in particolare, ha inserito il servizio di localizzazione in modo che i follower sappiano esattamente dove sei.

La conseguenza è che oltre a diventare potenzialmente pedinabili si facilitano i furti in casa.

Un po’ di furbizia per evitare lo stalking sui social media

Ritieni di essere una potenziale vittima di stalking tramite social media? Stai vivendo una situazione che ti induce ad avere ansia e paura nei confronti di qualcuno? Se hai solo dei sospetti inizia con il rendere le informazioni private che ti riguardano davvero private.

Il cyber stalking si può arginare mantenendo un profilo di privacy elevato. Da qualche tempo la legge sulla privacy è cambiata e le aziende che hanno utilizzato il tuo profilo in maniera consensata ora stanno mandando tonnellate di e-mail per avere da te un esplicito ok ad utilizzare le informazioni che ti riguardano.

Molti hanno preso la palla al balzo per ripulire la propria vita più o meno social, è in effetti èun’occasione unica per farlo. In ogni caso puoi sempre censurare le informazioni che hai rilasciato. Oppure puoi utilizzare un po’ di sana furbizia per raccontare di te con un sufficiente lasso di tempo utile a non dare riferimenti sui luoghi in cui ti trovi. Al posto di postare foto e pubblicarle subito, aggiornale dopo un’ora o comunque quando hai lasciato quel luogo.

Lo stalking sui social media fa parte del gioco?

Quante volte hai mandato post circa la palestra, il supermercato o altri edifici che fanno parte dei tuoi spostamenti pubblici e quotidiani?  Lo stalker si fa una mappa mentale e studia la sua vittima. Sa dove trovarla, si redige un elenco degli spostamenti ora per ora.

Se hai qualcuno dei tuoi follower che ti fa sentire a disagio è bene bloccarlo sul nascere, questa operazione di sfoltimento corrisponde a prenderti cura di te stessa. Non si mette in dubbio il bisogno di attenzione e di affetto proveniente dal prossimo ma solo la necessità di regolare la cerchia in maniera sana e conviviale.

Dobbiamo quindi dare ragione a coloro che affermano che lo stalking sui social media sia il prezzo che potenzialmente siamo disposti a pagare per cedere alla nostra vanità? Direi proprio di no. Primo perché il desiderio di comunicare e rimanere in contatto con le persone fa parte della natura umana. In secondo luogo perché non è la causa di comportamenti compulsivi e dannosi.

Lo stalking sui social media non va confuso con il fenomeno degli haters. In questo caso si tratta di diffusione di odio in rete in molte direzioni, i cui protagonisti formano un sottogruppo che molesta il prossimo insultandolo gratuitamente.

I social media ci hanno regalato la possibilità di rimanere in contatto o di riprendere i contatti con persone che abbiamo conosciuto nell’arco della nostra vita, ma come nella realtà accade la sana diffidenza ci mette al riparo da situazioni potenzialmente dannose. Un po’ di scetticismo non significa chiudersi le porte o dimostrare scarsa socialità, al contrario dimostra che il nostro bisogno di attenzione è autentico.

Post Author: sosmaltrattamenti

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