scappare di casa

Un minore maltrattato può scappare di casa?

La legge Italiana non prevede che i minorenni possano scappare di casa e lasciare il tetto dei genitori da soli. Infatti, l’allontanamento dalla famiglia deve avvenire per ordine del tribunale.

Date le disposizioni di legge, vediamo cosa comporta allontanarsi di casa, e come agire nel caso si subiscano maltrattamenti nell’ambito familiare.

Leggi che disciplinano l’allontanamento del minore dalla propria casa

In ambito civile, ai minori non è consentito l’allontanamento dalla casa dei genitori, o dei tutori. Nel caso lo facciano, nonostante il motivo possa essere considerato valido, il ragazzo verrà comunque riportato dai tutori legali.

In campo penale ci sono delle norme che sanzionano innanzi tutto i tutori o genitori che non avvisano le autorità della fuga del minore dalla propria abitazione.

Inoltre, bisogna considerare che oggi chiunque, anche al di fuori dei tutori, trovi o accolga un minore scappato di casa deve effettuare la denuncia e avvisare le autorità.

Nel caso in cui si aiuti un minore a fuggire di casa, anche se pensano di potergli essere di aiuto, e di allontanarli da una situazione di disagio. Questo tipo di condotta è punita penalmente dalla legge, inoltre è prevista la reclusione. In quanto questo comportamento è compreso nel reato di sottrazione consensuale di minore.

Questo vale, per tutti coloro che aiutano o sottragga un minore dai genitori che ne esercitano la patria potestà, il reato vale anche per i soggetti di più di 14 anni che aiutano un coetaneo o un altro minore a scappare di casa e nascondersi dai genitori.

Nel caso vi siano motivi gravi che inducono alla fuga, come ad esempio un maltrattamenti in famiglia, allora il minore non può allontanarsi di casa, ma vi sono delle alternative a questo comportamento.

Inoltre, anche quando ci si allontana da una situazione familiare dannosa, ci sono dei rischi legati alla fuga.

Quali sono i rischi legati alla fuga?

Sono diversi i rischi in cui un minore che fugge di casa può incorrere, specie nel momento in cui si rimane in mezzo alla strada. Inoltre, la strada può essere davvero molto pericolosa ancor più della situazione dalla quale ci si cerca di allontanare.

La maggior parte delle volte che un minore scappa di casa, non ha soldi o ne ha molti pochi, il pericolo sale quando si cerca aiuto da soggetti estranei, a volte anche gli amici potrebbero in realtà rivelarsi un pericolo.

Sia nel caso in cui il minore sia una ragazza o un ragazzo, scappando di casa si rischia di entrare in situazioni pericolosi come lo sfruttamento e la violenza sessuale, rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili, gravidanze, malattie. Senza documenti, o comunque se sussiste una denuncia e quindi si è cercati dalle forze di polizia, per nascondersi si rischia di finire in luoghi angusti, oppure di vivere come dei barboni per lunghi periodi.

Vivere in strada privati dei servizi igienici basilari, senza poter consumare regolarmente un pasto, e dormendo al freddo, si rischia di contrarre malattie come polmoniti, bronchiti e febbri alte. Alcune infezioni, in casi gravi potrebbero portare al collasso o alla morte.

Per questo motivo è necessario cercare di non scappare di casa e trovare soluzioni alternative per distaccarsi dal nucleo familiare.

Quali sono le alternative?

La legge cerca di preservare il minore, per questo motivo l’allontanamento dal nucleo familiare e il rischio di fuga devono essere il più possibile limitati, perché si rischia di trovarsi in un contesto che può essere ancora peggiore rispetto a quello che si vive nel contesto familiare.

Nel caso in cui il minore subisca nell’ambito del nucleo familiare comportamenti gravi come maltrattamenti psicologici o fisici. In questo caso si consiglia di rivolgersi il prima possibile ai servizi sociali della zona, in mancanza si dovrebbe sporgere una denuncia alle autorità quali polizia o carabinieri.

Ci sono inoltre diverse persone alle quali un minore può rivolgersi, invece di scappare di casa.
Ad esempio, si può chiedere aiuto a

  • operatori scolastici
  • sanitari
  • assistenti sociali

Quando ricevono una comunicazione, questi hanno l’obbligo di segnalare le situazioni di maltrattamenti e dei disagi familiari che il minore ha raccontato. Gli assistenti sociali e gli insegnanti devono comunicare alle autorità situazioni di maltrattamento psicologico o fisico, in quanto questo fa parte dell’esercizio delle loro funzioni.

Solo a seguito di queste segnalazioni il tribunale per i minori può decidere di allontanare temporaneamente il minore dal luogo in cui ha vissuto o sta vivendo delle esperienze traumatiche. La prima cosa che fa il tribunale è trovare un parente o familiare a cui darlo in affido e che se ne possa prendere cura.

In alcuni casi, se il minore sia privo di un membro della famiglia che se ne possa prendere cura, e che non può assicurargli il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le giuste relazioni affettive, allora questo verrà affidato a una famiglia alternativa, a una singola persona o ad una comunità familiare.

L’affidamento ha una durata di massimo due anni, in alcuni casi questo permesso può essere prorogato nel caso in cui le difficoltà della famiglia di origine permangono nel tempo.

Sono rare le ipotesi in cui il Tribunale dichiara lo stato di adottabilità del minore. Ciò può avvenire solo nel caso in cui questa situazione si presenti come assolutamente necessaria. Infatti, anche se in affido, il minore continua a essere il figlio dei suoi genitori, quindi mantiene il diritto a tornare nella sua famiglia nel caso in cui la situazione migliori.

L’adottabilità interviene solo nel momento in cui la famiglia biologica del minore, venga ritenuto un ambiente altamente dannoso per il suo sviluppo e quindi sia necessario obbligatoriamente togliere il minore dalla potestà genitoriale.

Post Author: Silvia Faenza

Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dopo la laurea, inizia il suo percorso nella scrittura e dell'editoria, in particolare legata al web. Dal 2015 affianca alla gestione dei contenuti come libera professionista, anche le attività sociali, con un occhio di riguardo alle donne.

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