Violenza psicologica di coppia: come riconoscerla e uscirne

Tra le varie forme di maltrattamento ne esiste una spesso sottovalutata ma di grande importanza. Si tratta della violenza psicologica di coppia, quella che avviene all’interno di una relazione sentimentale e che può essere messa in atto dall’uomo così come dalla donna. Si tratta di un problema spesso poco considerato ma che riveste una certa gravità, soprattutto perché oltre ad annichilire chi lo subisce, finisce con lo spegnerlo dall’interno, impedendogli di vivere la propria vita con la giusta serenità.
Purtroppo, riconoscere di essere vittime di violenza psicologica è spesso difficile anche per le stesse vittime e ciò avviene perché si tratta di un processo lento che inizia con qualche parola detta ogni tanto e procede incalzando sempre più la persona fin quando senza quasi sapere come, questa viene a trovarsi al centro di un gioco di potere psicologico dal quale può essere molto difficile uscire. Nella maggior parte dei casi, infatti, la vittima è una persona accomodante o molto innamorata che vive nel costante senso di colpa e che pertanto non riesce a ribellarsi in alcun modo perché farlo, complice anche il partner che ne approfitta, lo farebbe sentire ancora più in colpa.

Violenza psicologica di coppia, i segni per riconoscerla

Come fare quindi a riconoscere una situazione di violenza psicologica?Di solito questo tipo di violenze seguono uno schema classico che si può riconoscere più facilmente nelle prime fasi e con maggior difficoltà in quelle successive. In ogni caso, leggerle e comprenderle può portare chi le vive ogni giorno a sentire una sorta di risonanza che con il tempo e la giusta riflessione aiuterà a capire ciò che sta subendo.
Ecco quindi cosa avviene in un rapporto di coppia dove vige la violenza psicologica.

  • Ogni più piccolo errore viene messo in evidenza con tanto di rimprovero. Si tratta di una cosa che inizialmente avviene solo di rado, diventando sempre più frequente
  • Ogni decisione deve essere in qualche modo approvata dall’altra persona e quando ciò non avviene scattano accuse e atteggiamenti aggressivi
  • Ogni azione riceve costanti giudizi negativi e spesso sproporzionati
  • I rimproveri iniziali si trasformano sempre più spesso in vere e proprie sfuriate
  • Quando tutto va bene, ci sono comunque accuse sul modo di essere
  • Amici e parenti vengono considerati di troppo e se non allontanati, diventano un prestesto per accuse di scarso amore o di egoismo
  • Ogni errore viene punito con rimproveri o ostinati silenzi
  • Ai rimproveri subentrano le minacce

A questo punto la violenza psicologica subisce un cambiamento perché il più delle volte (se non sempre) ad essa si unisce la violenza fisica. È quindi molto importante che chi si trova a subire una simile violenza sia in grado di riconoscerla per tempo, in modo da trarsi in salvo da nuovi attacchi potenzialmente pericolosi per la sua stessa vita.

Per farlo, è importante prima di tutto il riconoscere di trovarsi in una determinata situazione senza cercare scuse o giustificazioni per il proprio partner.
Se da soli non si riesce a trovare la giusta motivazione, è bene cercare un aiuto esterno che potrà essere dato da uno psicologo e da amici o parenti fidati, ancor meglio se in un’azione combinata. Se a causa del rapporto vissuto ci si ritrova soli, si può chiedere aiuto ad associazioni che supportano persone che subiscono o hanno subito violenze e cercare al contempo di riavvicinare le amicizie allontanate nel tempo. Spiegando loro quanto accaduto e come ci si sente si avrà sicuramente l’appoggio e la comprensione necessari e, qualora non dovessero arrivare da tutti, si avrà modo di capire quali erano i rapporti veri.
Fatto ciò è ovviamente necessario riuscire a prendere le distanze dal partner, prima di tutto emotivamente e poi scegliendo di chiudere la storia nel modo meno doloroso per entrambi. In questi casi, spiegare le proprie motivazioni non è quasi mai utile e si tratta di un passo difficile al punto che è preferibile farlo mentre si è seguiti da uno psicoterapeuta e avvalendosi anche dei consigli di Onlus specializzate in materia.

Non si tratta di una strada facile da percorrere ma se si è riusciti a sopportare la solitudine, il senso di colpa perenne, la paura costante di dire o fare la cosa sbagliata e la mancanza di empatia, allora è certo che si potrà affrontare anche questo. Prendendosi cura di se e imparando ad amarsi, azioni per le quali ci vorrà dell’altro tempo, la vita assumerà un altro aspetto e sentirsi felici non sarà più un ricordo lontano ma qualcosa della quale riappropriarsi giorno dopo giorno.

Post Author: Danila Franzone

Copywriter e amante della scrittura in generale, lavora da anni nel settore, trattando argomenti di vario genere che spaziano dal benessere al mondo dei viaggi fino ad arrivare al sociale, un campo che le sta molto a cuore.

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