Perchè subire violenza non basta per andare via?

 

In Italia, la percentuale di  episodi di violenza perpetuati all’interno di una “relazione d’amore”, soprattutto nei confronti delle donne, è ormai altissima.

Ma come mai pur parlandone tanto, molte persone che vivono una relazione violenta continuano a portarla avanti?

La violenza di coppia ha una sua radice psicologica che nasce all’interno di un legame di dipendenza.

E’ possibile che chi vive un legame di tipo violento ha avuto uno sviluppo psicologico che non ha avuto successo nei  processi di autonomia, motivo per il quale creano legami simbiotici e di co-dipendenza con il partner.

Si parla di co-dipendenza perchè anche se la violenza viene agita da uno solo dei partner resta comunque alla base un movimento sintonico da parte di entrambi i componenti della coppia che non contemplano l’idea e la possibilità di avere spazi di autonomia.

DOVE SI TROVA LA TRAPPOLA?

Nelle coppie con un legame di tipo simbiotico, in cui si agisce violenza, il partner non viene visto come altro da sé ma come un prolungamento di se stesso. Senza autonomia e senza bisogni propri. La trappola quindi sta nel fatto che quando questa coppia si forma inizialmente sembra realizzarsi il sogno d’amore. Essere l’amore esclusivo di qualcuno. La persona con forti insicurezze finalmente realizza il desiderio di sentirsi fondamentale per la vita di qualcuno. Questa “favola” iniziale per vivere ha bisogno di spazi relazionali sempre più stretti e per questo la coppia è soffocata nel tempo da livelli di tensione molto alti. Questi livelli di tensione e conseguente aggressività in genere vengono scaricati effettuando un controllo molto forte sulla vita della partner, sulle sue abitudini, sui suoi spostamenti, sulle persone che frequenta, creando delle modifiche che finiscono per dare vita ad una sorta di protocollo di comportamento da seguire molto rigido.

Con il passare del tempo la coppia sperimenta la sensazione di condividere una prigione dagli spazi molto stretti, con incastri relazionali che non sembrano modificabili ed è per questo che scaricare la tensione con comportamenti aggressivi e violenti sembra molto facile.

La coppia violenta presenta due modalità ugualmente gravi:

  • chiudersi omertosamente al suo interno, ridurre al minimo il contatto con l’esterno, anche con i parenti per difendere una uno spazio inviolabile;
  • Scivolare in una dimensione violenta che va dalla comunicazione aggressiva e svalutante agli atti violenti veri e propri anche in presenza di minori.

La violenza assistita da parte dei bambini è un effetto collaterale della violenza perpetuata all’interno della coppia che ha delle conseguenze particolari sia sul piano psicologico che sul piano comportamentale poichè il bambino in questi casi non si sente visto e cosa peggiore non si sente riconosciuto nella sua sofferenza.

COME MAI NONOSTANTE TUTTA LA SOFFERENZA VISSUTA, LE DONNE HANNO DIFFICOLTA’ A DENUNCIARE?

Tutta questa difficoltà da parte della vittima a denunciare, sia agli organi istituzionali che privati, sta nel non riuscire a rinunciare al “sogno magico” così tanto desiderato. Ciò si può spiegare solo provando ad analizzare tale situazione da un punto di vista psicologico. In questo tipo di relazioni infatti, la donna  è co-dipendente perchè dipende dal giudizio del partner, vuole a tutti i costi la sua approvazione, non vuole rinunciare ad essere     ” la persona perfetta” che desidera essere per lui. Il meccanismo complesso sta proprio nel fatto di voler essere considerata nel modo giusto proprio dal suo partner-persecutore.Per questo motivo la donna ha difficoltà a cercare un avvocato oppure a rivolgersi alla polizia per denunciare.

Il primo comportamento messo in atto dalla donna che si trova a vivere una relazione violenta è quello di cercare una persona autorevole che convinca il coniuge che lei sta nel giusto, di portare la pace, con la speranza di rivivere sempre il momento magico dell’inizio. Il partner dopo un pò si convincerà della “bontà” della propria compagna, giurerà che non si comporterà mai più in modo violento dando così il via ad un nuovo giro. Ogni giro però ha un’escalation aggressiva molto forte, con segnali evidenti che fanno pensare al peggio.

Una soluzione per scongiurare situazioni pericolose è chiedere aiuto.  Rivolgersi per tempo  a chi di dovere ed iniziare un percorso psicoterapico può essere la soluzione per  tentare di interrompere il meccanismo perverso e cercare di imboccare una strada nuova.

Post Author: Mariella Esposito

Psicologa, psicoterapeuta, laureata in Psicologia alla facoltà di Caserta e regolarmente iscritta all'albo. Affina le sue esperienze sulle dipendenze, lo stress e la violenza sulle donne. Scrive e condivide le sue competenze con tutti per dimostrare a coloro che sono in stato di necessità che un altra via è possibile.

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